Cultura

Milano, da oggi organizzare eventi torna ad essere un diritto

È stato attivato lo “Sportello Unico eventi” del Comune. Ne abbiamo parlato con uno dei promotori di questa rivoluzione, Emanuele Patti, membro del cda di Valori.it e consulente di “Fà la cosa giusta”

di Lorenzo Maria Alvaro

È stato istituito in via definitiva lo “Sportello Unico eventi” del Comune di Milano. Sarà aperto al pubblico per attività di consulenza tutte le mattine da lunedì a giovedì, dalle 9 alle 12, per semplificare l'attività di organizzazione di un evento. Un progetto che viene da lontano, prima ancora del mandato Pisapia e che tra gli altri (Stefano Boeri, Micol Martinez, Giovanni Terzi) aveva visto protagonista Emanuele Patti, membro del cda di Valori.it e consulente di “Fà la cosa giusta”.


Cosa significa avere questo nuovo sportello?
Significa innanzitutto provare dare ai cittadini, sia sotti forma organizzata che semplici, l’opportunità di buttare via chilometri di scartoffie e avere un unico riferimento per organizzare un evento. Sia che si tratti di un concerto, dell’apertura di un locale o di un circolo o di eventi per la raccolti fondi a favore di associazioni, da oggi tutto è semplificato. È qualcosa di fondamentale per non far diventare un semplice atto autorizzativo qualcosa per pochi. Con questo sportello organizzare eventi a Milano è tornato un diritto e ha smesso di essere un privilegio.

Come è nata l’idea?
Nasce tutto nel 2011. Era una vertenza milanese legata alla chiusura di una serie di locali e circoli per la musica live (da “La Casa 139” a “Cascina Monlué” ndr). In risposta a queste chiusure era stata fatta un’iniziativa in Piazza Scala. Si chiamava “Milano l’è bela” ed era un happening musicale in cui ci si proponeva di trovare soluzioni condivise.

L’heppening portò ad un accordo…
Sì, venne siglato insieme a Giovanni Terzi e Filippo Del Corno un documento in dieci punti. Era un impegno bipartisan. Chiunque avesse vinto si impegnava a portare avanti quel programma.

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Sono stati di parola…
Si è vero. Anche se alcune cose di quel decalogo sono state portate a termine mentre altre invece sono rimaste indietro. La coasa bella è che si è usato Expo come sperimentazione per poi attivare lo sportello

Cosa è stato realizzato di quel decalogo?
Oltre alla nascita dello sportello ad esempio è stata garantita la mobilità pubblica per chi si reca ad eventi serali.

E cosa invece è rimasto lettera morta?
Il riutilizzo di immobili e spazi dismessi, abbandonati o sfitti. Pensavamo a modalità che andassero oltre il bando. C’è anche una delibera ferma in comune. Anche le agevolazioni per chi, proprietario di un locale, avesse voluto insonorizzare le pareti e automatizzare le saracinesche non è passato. Era un modo per trovare un equilibrio tra il diritto al divertimento e quello al sonno. Per chiudere manca anche il tavolo di confronto permanente tra gli assessori competenti e i professionisti del settore.

Il bilancio è quindi positivo o negativo?
Positivo. È un primo passo nella direzione giusta. Anche se c’è ancora tanto da fare. Rimane un buon esempio di come si possa fare le cose insieme.

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