Volontariato

Milano che si scopre camminando

Sentieri metropolitani è un progetto nato tre anni fa per imparare a guardare la città con nuovi occhi. Sono migliaia le persone che hanno partecipato ai tour gratuiti alla scoperta delle vie dimenticate. Tra qualche giorno diventerà una vera App da scaricare sugli smartphone. E dal 18 al 20 marzo parteciperà a “Fa la Cosa Giusta”. «Le città sono piene di sentieri. La Milano che nessuno guarda è un posto interessantissimo», dice lo scrittore Gianni Biondillo, tra gli ideatori del progetto. L’intervista

di Anna Spena

«Nel cuore della Pianura Padana, a Milano, esiste una montagna: di pietra, bianca, fatta di marmo di Candoglia. È il Duomo», dice Gianni Biondillo scrittore e architetto italiano «Dal 1386 accoglie le preghiere dei suoi cittadini. Ci sono tante storie da raccontare sul Duomo, ma c'è una cosa che mi ha sempre affascinato. Su tutta la cattedrale ci sono qualcosa come 3300 statue… ebbene, nessuna di queste guarda verso la Madonnina. Tutti i loro sguardi sono rivolti verso la città: un po' per accogliere le preghiere dei suoi cittadini, un po' per sorvegliare e guardare lontano, molto lontano. Capire dove finisce la città».

Così tre anni fa, insieme a Gianluca Migliavacca esperto di architettura e di organizzazione di viaggi di gruppo in natura, e Max Franceschini, filmMaker e fotografo freelance, ha ideato il progettoSentieri Metropolitani nato dalla profonda esperienza escursionistica di Trekking Italia, un'associazione sviluppata sul territorio italiano con 8 sedi, che da più di 30 anni accompagna gli iscritti lungo la fitta rete dei sentieri italiani e del mondo, di cui i tre “escursionisti” sono soci. Tra i principali finanziatori Fondazione Cariplo. Tra qualche giorno il progetto sarà una App scaricabile sugli smarphone. E il progetto sarà presentato "Fa la Cosa Giusta", la più grande fiera italiana dedicata al tema della sostenibilità dal 18 al 20 marzo. Vita.it Intervista Gianni Biondillo


Com’è nato il progetto “Sentieri Metropolitani”?
L’idea è nata tre anni fa all’interno dell’associazione Trekking Italia che più da trent’anni porta in giro le persone in sentieri naturalisti sia in Italia che nel resto del mondo. Dopo un po’ ci siamo posti la domanda “Ma le persone che portiamo in giro per il mondo, tra questi sentieri bellissimi in Cina, Alaska, quando tornano a Milano, saranno buoni cittadini?”

Che risposta vi siete dati?
Che a volte rimaniamo incastrati nei luoghi comuni e vediamo questa città come posto di passaggio, come ambiente di lavoro. Eppure il luogo migliore per noi non può che essere il paesaggio urbano.

Le città che non si conoscono bene?
No. E invece dovremmo imparare a conoscerle. Perché è qui che viviamo. E per conoscerle dobbiamo spiegarle bene. Sono convinto che la realtà si capisca solo se viene raccontata. Noi siamo animali sociali e quando ci raccontano la realtà che viviamo ci sentiamo più partecipi.

Il cuore di tutto il progetto è la città di Milano…
Sì. Il problema è che abbiamo smesso di considerarla bella quando non l’abbiamo più guardata. Invece dovremmo amarla…Milano è un immenso museo della memoria collettiva che ha bisogno di essere riattivato. E solo camminandoci dentro possiamo riusciremo a leggere questo grande libro di pietra che è la realtà.

Avete chiamato il progetto “Sentieri Metropolitani”
Anche le città sono piene di sentieri. E nei nostri percorsi la periferia ha pari dignità del centro della città. Anzi oserei quasi dire che è la periferia ad essere il nuovo centro. La Milano che nessuno guarda è un posto interessantissimo.

Qual è il costo per partecipare a uno dei vostri tour?
Le passeggiate sono totalmente gratuite. Vogliamo essere inclusivi e formare le persone che partecipano ai nostri tour per farle diventare “operatori urbani”, come li chiamiamo noi. Il progetto non deve essere “prigioniero”.

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Quanti sono, oggi, i sentieri metropolitani della città?
Attualmente ci sono dieci percorsi radiali, una circolare interna e un anello tangenziale. Complessivamente quasi 400 km di sentieri…

Anche la tangenziale?
Per noi la tangenziale di Milano è la nuova circumvallazione. Novate Milanese, ad esempio, per come la vedo io non è più periferia ma sta all’interno della grande metropoli.

Qual è il tuo sentiero preferito?
Non saprei scegliere. Tutti raccontano una cosa interessante. Milano ha una forma chiara: cerchi concentrici, assi di penetrazione. Tutto ha qualcosa da raccontare.

Tra pochissimi giorni rilascerete un’applicazione del progetto. Come sarà strutturata?
Per adesso sono stati selezionati dieci percorsi. In due di questi sono già stati caricati tutti i materiali multimediali come video o foto, più le descrizioni e le storie del luogo. E inoltre abbiamo segnalato quanti CO2 si risparmia camminando a piedi. Di fatto però la nostra vuole essere una piattaforma aperta; vogliamo che siano anche gli altri esploratori urbani a segnalarci nuovi percorsi con nuove storie.

Perché questo amore così manifesto per la città?
Non ho la patente, quindi mi sposto molto a piedi. Poi sono un architetto. È nel mio immaginario, nei miei romanzi, mi piace raccontare viaggi, percorsi, visioni.

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