Non profit

Milano, capitale del design

Intervista a Castellini e Saibene, fondatori di "esterni", in occasione del Salone del mobile (12-17 aprile a Milano)

di Chiara Cantoni

Quando la sera, rientrando dall’ufficio, nel traffico congestionato della tangenziale Est, lo sguardo incrocia un bivacco urbano con tanto di tende insediate sotto il ponte di via Rubattino, i casi sono tre: lo stress da lavoro produce allucinazioni; un nuovo campo nomadi; qualcosa di nuovo sta accadendo a Milano. La risposta giusta è la 3. 

Perché l’ultima frontiera dell’ospitalità low cost, durante il Salone del Mobile che porterà Milano al centro creativo del mondo dal 12 al 17 aprile, si chiama Public Camping, ed è la risposta di esterni alla carenza di alloggi meneghina: un campeggio diffuso, con piazzole, servizi, area relax, libreria internazionale, work station e locker room, allestito negli spazi indoor del Lambretto Art Project di via Arrighi, e nei 14mila mq outdoor del sottoponte, per accogliere studenti, architetti, creativi in arrivo da tutto il mondo per la settimana del design. «Ma prima ancora un luogo d’incontro e confronto ad alto rendimento di relazioni, dove scambiare idee, contatti, esperienze», dicono Lorenzo Castellini e Beniamino Saibene, i due soci fondatori di esterni, impresa culturale attiva dal 95 nella progettazione di spazi pubblici e di eventi aggregativi. I primi a capire, in tempi non sospetti, che per far diventare davvero Milano la capitale del design bisognava portare il design in città, non confinarlo tra i padiglioni della fiera.

E così hanno fatto. Gettando il seme di un successo di partecipazione che cresce di anno in anno. «Quando il design dei professionisti incontra la partecipazione attiva di cittadini, turisti, viaggiatori, allora le città possono cambiare». È la scommessa del Public Design Festival.

Una sorta di FuoriSalone nel FuoriSalone?

Più che altro un progetto aperto alla città, pensato per tutti, in alternativa alla Fiera degli operatori e degli addetti ai lavori. L’idea, nata 15 anni fa, è legata alla riqualificazione di piazze, strade, aree inutilizzate ma ad alto potenziale di socialità, attraverso interventi temporanei di design urbano che facciano leva sul coinvolgimento dei cittadini. La settimana del mobile è un momento privilegiato per l’affluenza di intelligenze creative dai cinque continenti. Abbiamo pensato che attingere a tante e tali competenze potesse essere anche per noi l’occasione di avviare sinergie internazionali utili al progetto. Da qui, la coincidenza del Public Design Festival con l’evento fieristico ufficiale.

La formula delle “porte aperte” lanciata da Esterni 15 anni fa, è diventata il simbolo più riconoscibile dell’intera settimana…

Lorenzo: Non c’è dubbio che le nostre attività abbiano contribuito a fare del Salone un momento di festa per tutti. Chi ha un negozio, uno spazio, lo spalanca alla città. Progetti e idee nascono agli angoli delle strade, tra una chiacchiera e un aperitivo; le piazze vengono finalmente utilizzate come tali, luoghi d’incontro per gente che ha voglia di partecipare alla grande sagra del design. È un dinamismo spontaneo, generato dal basso, che funziona e restituisce vitalità ai quartieri, altrimenti silenti, di Milano.

(…)

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