Welfare

Milano avrà presto un Garante dei detenuti

Scade oggi il bando comunale per depositare le candidature per la nuova figura, già istituita in altre parti d'Italia. Tra le 13 finora in lizza, c'è quella del volontario dell'associazione Nessuno tocchi Caino. Il sindaco Pisapia dovrebbe nominare il prescelto entro Natale

di Redazione

Ultime ore prima della scadenza per il bando del Comune di Milano per le candidature a Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, figura istituita il 5 ottobre 2012 dall’amministrazione guidata da Giuliano Pisapia. 

Tredici le candidature presentate a poche ore dalla chiusura delle iscrizioni: tra questi, l’esponente radicale dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino, Lucio Bertè,  che “vanta un impegno pluridecennale a difesa della legalità nelle carceri, per l’affermazione dei diritti dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria”, f sapere l’associazione. A partire dagli anni '70 Bertè è stato protagonista di iniziative politiche sia in Italia, “per il diritto di abitare, l'obiezione di coscienza, la riduzione del danno, sia all'estero, a fianco dei democratici e dei difensori dei diritti civili nei regimi dell'est europeo, manifestando e facendosi arrestare in Polonia, Yugoslavia e Cecoslovacchia”. A partire dal suo ruolo di Consigliere regionale dal 2003 al 2005, ha effettuato decine di visite ispettive nei penitenziari della Lombardia, svolgendo attività di informazione e denuncia delle illegalità.

A sostegno della sua candidatura si sono espressi decine di cittadini, tra cui molti parenti di detenuti, che hanno sottoscritto un appello nelle recenti giornate di mobilitazione Radicale per l'Amnistia, di fronte al carcere milanese di San Vittore.

La nomina del candidato prescelto verrà effettuata direttamente dal sindaco, presumibilmente prima di Natale 2012. Il Garante svolge il proprio ruolo senza alcun compenso, e per essere idoneo non deve avere cariche associative di alcun genere, e non può far parte della macchina della giustizia, ovvero non essere operatore penitenziario, magistrato o avvocato.

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