Volontariato

Milano, asili vietati agli immigrati irregolari: una donna fa causa al Comune

E' stata depositata oggi la prima denuncia di una donna marocchina contro Palazzo Marino. Il legale chiede risarcimenti per "discriminazione"

di Chiara Sirna

Una donna marocchina, madre di due bambini, ha deciso di denunciare il Comune di Milano “per discriminazione” per la circolare che preclude ai figli di immigrati irregolari l’iscrizione alle scuole materne. L’atto è stato depositato oggi al Tribunale civile di Milano. La denuncia segue la richiesta di ritiro formale della circolare pronunciata il 9 gennaio scorso dal ministro all’Istruzione, Giuseppe Fioroni, che ha fissato per Palazzo Marino un tempo di adeguamento di 10 giorni. Pena, il mancato riconoscimento della ?parità scolastica? per le materne comunali di Milano e, quindi, i relativi finanziamenti statali: circa 8 milioni di euro all’anno. Preciso era stato il richiamo di Fioroni, che aveva chiesto a Palazzo Marino di rispettare “le convenzioni Onu a tutela dell’infanzia e gli ordinamenti del sistema di istruzione nazionale?.
A rendere nota ora la notizia della prima denuncia di una donna immigrata contro la contestata circolare è il sito Redattore Sociale.

“Quando ha chiesto informazioni per iscrivere la figlia più piccola le è stato risposto che non poteva perché non ha il permesso di soggiorno – spiega Livio Neri, legale della donna – . Chiediamo al Tribunale che ordini la cancellazione delle parti discriminatorie della circolare e un risarcimento simbolico per i danni morali”.

L’avvocato preferisce non rivelare il nome della donna, ma ne racconta la storia. “Anni fa aveva il permesso di soggiorno – spiega -. Ma poi durante la seconda maternità ha perso il lavoro, visto che era precaria, e da allora non è più riuscita a mettersi in regola”. La causa contro il Comune di Milano si basa sull’articolo 44 del Testo unico sull’immigrazione (“Azione civile contro la dicriminazione”; ndr) e sul presupposto giuridico che la condizione dei genitori non può precludere i diritti dei figli.

“I minori non sono mai in una situazione di irregolarità e non possono essere espulsi -aggiunge l’avvocato Livio Neri-. Il nostro ordinamento fa prevalere su tutto gli interessi dei bambini e in primo luogo il diritto all’istruzione”. I genitori possono essere irregolari o pregiudicati, ma i figli conservano in pieno i loro diritti. “Per questo la circolare del Comune è discriminatoria -aggiunge il legale della donna-. Pone condizioni all’iscrizione che riguardano la situazione dei genitori e che non possono essere imputate ai figli”.

La donna marocchina non è l’unica ad essersi sentita rispondere no dal Comune, ma solo lei ha avuto il coraggio di ricorrere al Tribunale. “Alcune associazioni che aiutiamo nell’assistenza legale (fra le quali Caritas, Casa della Carità, Naga; ndr) ci avevano segnalato tre casi – spiega Livio Neri -. Ma per ora solo lei ha deciso di difendere i diritti dei suoi figli”.

La polemica contro Palazzo Marino era esplosa prima di Natale, all’indomani della pubblicazione della circolare che impediva l’accesso alla scuola d’infanzia per i figli di immigrati irregolari. E già allora il provvedimento era stato contestato, fra gli altri, dai ministri Bindi e Ferrero, oltre che dall’Unicef e dal cardinale Dionigi Tettamanzi. Ora si attende l’evoversi dell’iter giudiziario della denuncia depositata. E la risposta del capoluogo lombardo alla diffisa diel titotale dell’Istruzione, GiuseppeFioroni.

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