Famiglia

Milano. Ambrogino d’oro ai Vigili del Fuoco

Colpo di mano del sindaco Gabriele Albertini che, nonostante i veti incrociati tra Polo e Ulivo, ha consegnato l'Ambrogino ai Vigili. Intanto, è guerra con l'opposizione

di Ettore Colombo

Nonostante le polemiche e le gaffes e scavalcando la commissione consiliare per la consegna degli Ambrogini d’oro, che quest’anno ha sollevato un polverone a causa della candidatura (bocciata) dell’ex procuratore generale Francesco Saverio Borrelli (la ritorsione dell’opposizione è stata di impedire la candidatura di don Luigi Giussani, proposta dalla Cdl), il sindaco Gabriele Albertini ha consegnato la medaglia d’oro ai vigili del fuoco massima benemerenza civica di Milano. Lo ha fatto stamattina recandosi personalmente al comando di via Messina 35, approfittando della festa di Santa Barbara, protettrice del corpo dei Vigili del fuoco. Sostiene, Albertini, che bisogna tornare alle vecchie regole, quando non erano i rappresentanti dei gruppi consiliari a decidere le benemerenze civiche, ma un comitato ristretto, vicino alla maggioranza. Lo ribadisce durante il suo discorso, lanciando battute cuastiche all’opposizione che dopo la bocciatura di Borrelli ha bloccato tutte le altre candidature: “Sia chiaro, questo Ambrogino è l’abbraccio ideale di tutta la città, al di là delle diverse sensibilità, dei diversi valori di riferimento, delle diverse ideologie – ha premesso il primo cittadino -. Nessuno può permettersi di “fare politica” – cattiva politica, per la verità – speculando su chi ha scelto di svolgere un lavoro rischioso e spesso ingrato, nell’interesse esclusivo della collettività”. Poi ha dato la sferzata finale ai consiglieri impegnati nella votazione degli Ambrogini: “Chi è investito di responsabilità pubbliche per mandato popolare, prima di rappresentare un’idea, rappresenta una comunità di cittadini”. Il sindaco ha anche sottolineato il motivo per cui ha deciso di assegnare la medaglia d’oro ai vigili del fuoco, ringraziandoli “per i valori che mettete in pratica ogni giorno: l’altruismo, la generosità, il coraggio”. “Questa disponibilità è accompagnata da una concretezza e da una rapidità d’azione che ci lasciano ammirati – ha aggiunto Albertini -. Siete abituati ad agire, senza perdere tempo, senza interrogarvi sui rischi a cui vi esponete, senza spendere troppe parole, neppure quando vi rendete protagonisti di atti eroici”. Ed è proprio a questo silenzio fattivo e laborioso che il sindaco si riferisce. “I fatti più delle parole rimangono scolpiti nella mente. E mi riferisco alla tragedia di Linate a quella che ha colpiuto il grattacielo Pirelli, al recente terremoto in Molise”. Albertini invita (chi? forse i consiglieri comunali?) a prendere esempio dal silenzio fattivo dei vigili del fuoco: “Bisogna impegnarsi e tacere evitando le polemiche strumentali”. Già, tipo le sue, che ha accusato l’opposizione di voler “trafugare vasi antichi” all’interno dei cantieri della Scala “al solo fine di bloccare i lavori”… L’opposizione gli ha chiesto conto di queste sue dichiarazioni in consiglio comunale, ma lui è letteralmente fuggito dal consiglio. Senza chiedere scusa.


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