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Migrazioni: il risveglio di Bruxelles

La Commissione europea anticipa a maggio la presentazione della nuova agenda UE sulle migrazioni. Bene reagisce l’eurodeputata del PD, Patrizia Toia, “ma dalle parole bisogna passare ai fatti”

di Joshua Massarenti

“Finalmente l'immigrazione, in tutti i suoi aspetti, è diventato un tema europeo e la Commissione ha capito l'urgenza della questione”. Così la capodelegazione degli eurodeputati Pd, Patrizia Toia, ha commentato il primo dibattito orientativo avvenuto oggi al collegio dei commissari Ue sull'immigrazione e la decisione di anticipare a metà maggio, da metà luglio, la presentazione dell'Agenda europea sulle migrazioni.

“In particolare – ha aggiunto Toia – apprezziamo le parole del vicepresidente Frans Timmermans, che ha detto chiaro e tondo che l'immigrazione riguarda tutti gli Stati membri, e quelle dell'Alto rappresentante Ue e vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini”.

Gli eventi nel Mediterraneo hanno acuito il senso di emergenza e “abbiamo deciso di accelerare sull'Agenda europea sulle migrazioni anticipandola a metà maggio, mentre prima era previsto a metà luglio”, aveva dichiarato il vice Presidente della Commissione UE, Frans Timmermans. Per poi aggiungere: “l’immigrazione è un problema che riguarda tutti gli Stati membri, non è più Mare Nostrum, ma Europa nostra”. Per Federica Mogherini, “la gestione ordinata e lungimirante delle politiche migratorie è un preciso dovere strategico della Ue”. Un dovere vincolato alla necessità di “risolvere la crisi in Siria e affrontare la situazione nell'Africa del Nord. Occorre costruire un'autorità statale in Libia che abbia il controllo del territorio e delle frontiere, di terra e in mare”.

Durante la loro riunione del collegio che ha coinciso con l’ennesima tragedia in mare, i commissari europei hanno definito quattro settori di intervento su cui elaborare la nuova agenda: un’applicazione piena e coerente del sistema comune di asilo; un riorientamento delle politiche a favore dell’immigrazione legale privilegiando l’accesso in Europa a nuovi “talenti necessari per rafforzare la sua competitività a livello mondiale”; una lotta più decisa ai flussi irregolari e alla tratta di esseri umani, e infine rafforzare il controllo delle frontiere esterne. Nel suo comunicato, la Commissione ricorda che “nel 2014 secondo i dati di Frontex gli immigrati irregolari sono stati circa 278 mila, il doppio rispetto al 2011; di questi, gran parte sono ‘clienti’ e ‘vittime’ dei trafficanti”. Ma la lotta contro i traffici di esseri umani va rafforzata anche in Africa attraverso il potenziamento di strumenti concreti e accordi di cooperazione vigenti come i processi di Rabat (per il Sahel) e di Karthum (per l’Africa orientale). E l’Europa sarebbe pronta a patteggiare anche con il diavolo. Le dichiarazioni del Commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos non lasciano spazio a dubbi: “Non dobbiamo essere ingenui. Il fatto che cooperiamo nell'ambito dei processi di Khartoum e Rabat… con dei regimi dittatoriali non significa che li legittimiamo. Noi non offriamo alcuna legittimità democratica e politica a questi regimi, ma dobbiamo cooperare laddove abbiamo deciso di lottare contro il traffico di esseri umani”.

Dal canto suo, Patrizia Toia si augura “che queste discussioni si traducano rapidamente in azioni concrete, sia per affrontare l'emergenza nel Mediterraneo che per creare dei canali di immigrazione legale”.

@jomass73

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