Rapporti

Migrazioni, -41% sui titoli dei quotidiani e nei tg

Le prime pagine dei giornali e i telegiornali di prima serata mostrano un netto calo dell'attenzione verso la questione migratoria. Emerge dal XII Rapporto Carta di Roma. La parola simbolo del 2024 è “Albania”, in relazione all’accordo sui centri per migranti. Valerio Cataldi (Carta di Roma): «Le persone esistono, annegano nel Mediterraneo, scappano dalle guerre, cercano protezione dagli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici, ma spariscono sempre di più, fanno meno notizia. La politica che parla di migrazioni, invece, si prende tutto lo spazio»

di Ilaria Dioguardi

Si registra una drastica contrazione dell’attenzione mediatica sul tema delle migrazioni, nei primi 10 mesi del 2024, con un calo del 41% di notizie sulle prime pagine dei quotidiani e nei tg di prime time rispetto al 2023. Emerge da “Notizie di contrasto”, il XII Rapporto dell’Associazione Carta di Roma, presentato alla Sala della Stampa Estera a Roma.

Nei primi 10 mesi del 2024, la stampa italiana ha prodotto 4.511 titoli sulle migrazioni, registrando una riduzione del 34% rispetto al 2023. Permane la rappresentazione delle migrazioni come una “crisi permanente”, con un linguaggio allarmistico che registra una presenza relativamente costante di parole come “emergenza”, “crisi”, “allarme” e “invasione” (5.728 occorrenze) nel periodo 2013-2024, anche se con una lieve diminuzione nell’ultimo anno.

Parola 2024: Albania

Il tema principale dell’anno è l’accordo tra Italia e Albania sui centri per persone migranti. Le migrazioni restano principalmente una questione politica, con toni polarizzanti e un lessico rigido che enfatizza i contrasti: il 26% delle notizie sulle migrazioni contiene almeno una dichiarazione di un esponente politico.

Solo il 7% dei tg dà voce ai protagonisti

L’attenzione mediatica verso la questione migratoria è in netto calo, in assenza di eventi che hanno generato picchi di attenzione particolari, come era stato nel 2023 per la strage di Cutro e il decennale del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Le persone migranti e rifugiate continuano a non essere protagoniste: solo il 7% dei servizi dei telegiornali include la voce diretta dei protagonisti delle migrazioni, confermando un trend consolidato negli anni recenti. Il primo tema in agenda è sempre quello sui “Flussi migratori”, mentre rimane basso il valore della voce “Accoglienza”.

Le persone fanno meno notizia, la politica si prende tutto lo spazio

La sintesi che offre il dodicesimo rapporto di Carta di Roma e Osservatorio di Pavia, dell’informazione sulle migrazioni nel 2024, «è un ritorno al passato con il segno “meno” davanti alle percentuali che rappresentano l’interesse della stampa verso le migrazioni», dice Valerio Cataldi, che ieri ha terminato la sua presidenza all’Associazione Carta di Roma, passata ora al giornalista Nello Scavo. «Le persone esistono, annegano nel Mediterraneo, scappano dalle guerre, cercano protezione dagli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici, ma spariscono sempre di più, fanno meno notizia. La politica che parla di migrazioni, invece, si prende tutto lo spazio», continua Cataldi.

Resta irrilevante la correlazione tra il numero di arrivi via mare e la produzione di articoli. Nel 2024, in media, è stato pubblicato un titolo ogni 30 persone arrivate, (nei primi 10 mesi dell’anno sono sbarcate 55.166 persone) segnando una diminuzione rispetto al 2023, con un titolo ogni 21 arrivi (l’anno scorso gli arrivi furono 157.652). «Ciò mette in evidenza quanto i media trattino la questione in base a logiche specifiche che prescindono da un’effettiva pressione migratoria», afferma Giuseppe Milazzo, ricercatore dell’Osservatorio di Pavia che ha curato il Rapporto.

Crescita delle voci Lavoro, Società e Cultura

Si registra una crescita delle voci Economia e Lavoro (11 %) e Società e cultura (18,3%), i temi maggiormente trattati sono stati: incidenti e sicurezza sul lavoro, lotta a lavoro nero e caporalato, dibattito sulla riforma della cittadinanza, razzismo nello sport, episodi di antisemitismo. Per quanto riguarda il Lavoro, la copertura mediatica di questa classe è soprattutto a cura di testate della stampa che danno rilevanza agli aspetti sociali ed economici del fenomeno migratorio, tra cui: Il Sole 24 Ore, Redattoresociale.it, Repubblica.it, Rainews.it, Editorialedomani.it, La Nazione, Vita.it, Avvenire e Avvenire.it, L’Economia e Buone Notizie del Corriere della Sera, Famiglia Cristiana e Panorama.

Prevale il volto negativo dell’accoglienza

Nelle notizie dei tg, nel 48% dei casi, a prevalere è il volto negativo dell’accoglienza, quello problematico e denso di criticità. Il volto positivo e virtuoso dell’accoglienza emerge nel 32% delle notizie, mentre nel 20% dei casi gli aspetti positivi e negativi sono assenti o compresenti.

Dibattito pubblico partecipato e diffuso

I politici sono efficaci nell’imporre l’agenda, i media tradizionali mantengono una forte influenza nella diffusione del dibattito pubblico, mentre il pubblico generico contribuisce alla diversificazione del discorso. Su Facebook, il 18% dei 6.232 post sul tema della cittadinanza è stato prodotto da soggetti politici, il 7% da media e giornalisti e il 75% da un pubblico generico (associazioni, utenti comuni, ecc.). I tre gruppi mostrano un andamento sincronizzato, con picchi in agosto e settembre legati al dibattito sulla riforma della cittadinanza (Ius scholae).

I media tradizionali continuano a svolgere un ruolo centrale, con un maggiore livello di engagement (32.071 visualizzazioni per post) rispetto ai politici (12.992) e al pubblico generico (7.204). Anche nelle reazioni, i media superano i politici, ma con una differenza meno marcata. Commenti e condivisioni sono più distribuiti tra i tre gruppi, segnalando un dibattito pubblico più partecipato e diffuso.

Foto di apertura di Unlimited Access su Unsplash. Nell’articolo foto e video di Ilaria Dioguardi

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