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Migranti: smantellato il più grande campo informale di Parigi

È accaduto il giorno dopo l’assegnazione della cittadinanza per meriti straordinari a un migrante del Mali senza documenti che aveva salvato la vita di un bambino. Un atto che, oltre a rilanciare il dibattito sulla migrazione, ha sollevato le falle del sistema francese di accoglienza

di Ottavia Spaggiari

È stato smantellato il più grande campo profughi informale di Parigi. Vivevano qui, nella zona nord-est della città circa 1.500 persone provenienti principalmente dall’Africa. Eritrea, Sudan e Somalia i Paesi di provenienza principali. Gli evacuati saranno trasferiti in 20 centri di accoglienza nell' Île-de-France . «I servizi di polizia si impegneranno per fare sì che campi simili non siano più costruiti», ha dichiarato il ministro degli interni francese Gerard Collomb. L’operazione, portata avanti nella giornata di mercoledì, sembra non aver riportato incidenti. Secondo Al Jazeera si tratta del 34esimo sgombero di un campo informale dal 2015 a oggi, sgomberi che hanno coinvolto circa 28mila persone.

La notizia arriva proprio il giorno dopo che il Presidente francese, Francois Macron, ha assegnato la cittadinanza per meriti straordinari a Mamoudou Gassama, migrante del Mali senza documenti, che aveva salvato la vita di un bambino. L’impresa di Gassama, che ha rischiato la propria vita arrampicandosi su un palazzo di una banlieu, per mettere in salvo un bimbo scivolato da un balcone, aveva spostato per qualche giorno la prospettiva della discussione sulla migrazione. Il video del ragazzo che si arrampica velocissimo, saltando da un balcone all’altro, ha fatto il giro del mondo e in migliaia sui social hanno auspicato che al giovane Gassama, 22 anni, arrivato in Europa via mare dalla Libia, venisse riconosciuto questo atto di valore a livello istituzionale.

Nesrine Malik, giornalista e opinionista ha commentato così l’evento su New Statesman: «La maggior parte della popolazione europea non sa quanto sia difficile ottenere la cittadinanza (…) i migranti irregolari non hanno possibilità di ottenere la cittadinanza e possono rimanere senza documenti per anni, costretti a lavori saltuari e precari. Se a Gassama invece della cittadinanza, avessero dato 1 milione di euro, non avrebbe potuto aprire un conto corrente bancario su cui versarlo. So che è un momento di gioia. Una vita è stata salvata e un’altra è stata resa più semplice da un sistema che ha progettato la possibilità di dare accesso alla cittadinanza a chi ha “reso servizi straordinari alla Francia per i propri talenti e le proprie abilità». Difficile però, nota Malik, non pensare alla “roulette russa” a cui sono sottoposti i “sans papier”, i senza documenti. «Quanti di questi quotidiani atti di altruismo non vengono resi pubblici e premiati? Quante brave persone immigrate non hanno avuto l’opportunità di dimostrare il valore che possono rappresentare per il Paese perché non hanno salvato la vita di una persona?» Un sistema che, secondo Malik, rischia di essere trasformato in un talent show à la X Factor.
In molti hanno espresso le stesse perplessità osservando lo sgombero del campo informale di Parigi, una prova visiva delle condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti senza permesso di soggiorno nel Paese. E se da un lato Macron ha consegnato la cittadinanza a Gassama, nel colloquio ha comunque sottolineato la straordinarietà dell’evento. Il Presidente francese è tra i promotori di una nuova legge sull’immigrazione ancora ferma in Parlamento, che punta a velocizzare il processo di richiesta di asilo, ma anche ad aumentare le espulsioni. Se lui non si fosse imbattuto in quel bambino in pericolo e non avesse avuto il coraggio, la prontezza di riflessi e l’agilità per intervenire, anche Gassama sarebbe stato un candidato all’espulsione.

Foto: Danilo Balducci (Sintesi)

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