Mondo
Migranti rimpatriati dalla Libia in Nigeria: il 45% proverà a ripartire
È quanto dichiarato dalle autorità nigeriane ad Al Jazeera che ha raccontato la disperazione di chi, dopo aver venduto tutto per cercare di raggiungere l’Europa, si è ritrovato bloccato in Libia, costretto a vivere in condizioni disumane
È un piano ambizioso quello del governo nigeriano che punta a rimpatriare dalla Libia circa 5.500 persone, rimaste intrappolate nel Paese nel tentativo di raggiungere l’Europa e vittime di violenze e soprusi indicibili. «L’obiettivo principale è riportare questi cittadini nigeriani a casa, il più velocemente possibile», ha dichiarato il Ministro degli Esteri nigeriano, Geoffrey Onyema, durante la sua visita a Tripoli, riportando i racconti sentiti da diversi cittadini nigeriani, «hanno parlato di diversi tipi di abusi, sistematici, endemici e di sfruttamento di diverso tipo».
Secondo Al Jazeera però, da un lato la complicata situazione sul campo renderà difficile evacuare tutte queste persone, e dall’altro le condizioni disumane in cui molti sono stati costretti a vivere in Libia non rappresenteranno però un deterrente per riprovare a raggiungere l’Europa.
Le autorità nigeriane prevedono che circa il 45% delle persone rimpatriare proveranno a ripartire. Come ha spiegato Frank Celestine dell’International Office for Migration, in Nigeria: «Come essere umano, penserei che il nostro obiettivo più importante sia preservare la nostra vita e conoscendo gli orrori che abbiamo visto in Libia, non partirei. Ma la sopravvivenza è importante, se sei in un luogo in cui non vedi alcun futuro, allora questo ti spinge a partire».
Da uno dei primi aerei di rimpatrio per la Nigeria, ha raccontato la situazione il corrispondente di Al Jazeera, Ahmed Idris: «Per la maggior parte delle persone su questo volo, i sentimenti sono contrastanti, c’è il sollievo di essere finalmente liberi ma anche delusione. Hanno sofferto così tanto negli ultimi anni, ed erano partiti con così tante aspettative, hanno dovuto sopportare l’umiliazione della schiavitù, le torture, gli stupri, e nonostante i pericoli, migliaia di nigeriani continueranno a cercare di raggiungere l’Europa».
Sempre Al Jazeera ha raccontato la disperazione di chi, per una possibilità di costruirsi un futuro in Europa, ha venduto tutto, trovandosi però bloccato nell’inferno libico e con nessun’altra opzione di salvezza, se non quella di ritornare in Nigeria. «Ho venduto quasi tutti quello che avevo per fare questo viaggio e adesso, come un pazzo, me ne ritorno a casa».
Secondo Muhammad Babandede, direttore dell’ufficio immigrazione in Nigeria, ha ricordato però che il nodo centrale deve essere fermare il traffico di esseri umani. «Ci vuole più di un’operazione di rimpatrio, ci vuole più della pubblicità per fare questo. Dobbiamo lavorare insieme, tra Paesi di partenza, transito e destinazione per affrontare i gruppi criminali».
Foto: Unicef
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