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Migranti, mai così tanti morti come nel 2024

Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni hanno perso la vita almeno 8.938 persone in movimento, in aumento per il quinto anno consecutivo. Triste record in Asia, Africa ed Europa, in leggero calo i decessi nel Mediterraneo e nelle Americhe

di Francesco Crippa

Il 2024 è stato l’anno record per numero di migranti morti in tutto il mondo: 8.938, quasi duecento in più rispetto al 2023. A segnalarlo è l’Organizzazione mondiale per le migrazioni – Iom, che sottolinea un tragico trend pluriennale: è il quinto anno di fila che il dato registrato è superiore a quello dei dodici mesi precedenti. «La tragedia del crescente numero di decessi di migranti in tutto il mondo è sia inaccettabile che prevenibile», il commento della vicedirettrice generale delle Operazioni dell’Iom, Ugochi Daniels.

Il numero di persone in movimento che hanno perso la vita nel 2024 è stato il più alto mai registrato non solo a livello globale, ma anche a livello di singole aree: in Asia sono state 2.778, in Africa 2.242 e in Europa 233. «L’aumento dei decessi in così tante regioni del mondo spiega il  perché abbiamo bisogno di una risposta internazionale e olistica che possa prevenire ulteriori tragiche perdite di vite umane«, sottolinea Ugochi Daniels. 

Nelle Americhe, i decessi sono in leggero calo (1.233), ma si tratta di un dato provvisorio. Nel Mediterraneo, invece, nel 2024 ci sono stati 703 morti registrati in meno rispetto all’anno prima, per un totale di 2.452. Una contrazione marginale che, si legge in una nota dell’Iom, «dimostra la necessità di adeguati sistemi di ricerca e soccorso nonché la necessità di rotte migratorie sicure e regolari come alternative a questo viaggio rischioso».

In tutto il mondo, tra le cause di morte, oltre a quelle dovute alle difficoltà e alla pericolosità delle rotte percorse, una parte sensibile è ricoperta dalla violenza subita dalle persone in movimento. Secondo l’Iom, dal 2022 almeno il 10% dei decessi registrati è dovuto alla violenza.

Osservando i dati, si può notare dal 2020 una crescente preponderanza nel bilancio complessivo delle rotte asiatiche e di quelle americane, mentre a livello globale dal 2022 si sono ampiamente superati i livelli medi pre-covid.

Si tratta, in ogni caso, di un numeri al ribasso, perché non tengono conto di tutti i decessi non identificati, che potrebbero facilmente far salire il conto del 2024 a più di 10mila morti. «L’aumento dei decessi è terribile di per sé, ma il fatto che migliaia di persone rimangano non identificate ogni anno è ancora più tragico», sostiene Julia Black, coordinatrice del Missing Migrants Project dell’Iom. «Oltre alla disperazione e alle domande irrisolte affrontate dalle famiglie che hanno perso una persona cara, la mancanza di dati più completi sui rischi affrontati dai migranti ostacola le risposte salvavita».

AP Photo/Emrah GurelLaPresse

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