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Migranti, la speranza abita altrove

L'Ismu rivela: diminuisce il flusso in Italia a causa della crisi

di Franco Bomprezzi

Meno immigrati in Italia, ma non è una notizia “rassicurante”, è solo una delle conseguenze della crisi economica. I dati resi noti dall’Ismu sono sulle prime pagine dei giornali di oggi, che dedicano ovviamente l’apertura alla crisi politica, ma sono superati dalle notizie in tempo reale sull’esito del voto alla Camera.

“Cala il flusso d’immigrati: in un anno centomila in meno sotto l’effetto della crisi” è il titolo di taglio centrale sulla prima del CORRIERE DELLA SERA, e sempre in prima un commento di Gianpiero Della Zuanna: “L’Italia che invecchia li farà tornare”. In calo la quota di chi sceglie l’Italia, aumenta il numero di quelli che se ne vanno. Gli immigrati nel nostro Paese sono stimati in 5,3 milioni, gli irregolari sarebbero 544 mila, 16 mila in meno rispetto al primo agosto 2009. Diminuiscono anche i reati (meno 13,9%). Boom di minori: mai così tanti i bambini stranieri in Italia, la stima al 31 dicembre 2010 è che superino il milione. Cifra triplicata rispetto al 2003, quando risultavano 353 mila. I servizi a pagina 23. Scrive Alessandra Coppola: “Diminuisce la quota di chi sceglie l’Italia, aumenta il numero di quelli che se ne vanno. Una tendenza che inizia nella primavera del 2008, con i primi effetti della «difficile congiuntura economica» il rapporto la chiama apertamente in causa. E che per la prima volta viene concretamente misurata. In prospettiva, di qui al 2030: potrebbe continuare la flessione degli arrivi dall’Europa dell’Est, ma a compensarla potrebbero subentrare i flussi dall’Africa subsahariana come segnala anche l’Onu. Che potrebbero innescare una nuova crescita.
Già adesso, non si può parlare di un calo assoluto degli immigrati nel nostro Paese. L’Ismu li stima comunque in 5,3 milioni, di cui gli irregolari sarebbero 544 mila, 16 mila in meno rispetto al primo agosto 2009: «Uno dei livelli più bassi nella storia delle migrazioni». Di tutti gli stranieri, uno su cinque è romeno, mezzo milione sono albanesi, altrettanti marocchini. Chi rimane è anche più radicato, meglio inserito, e ha portato in Italia coniuge e figli. Aumentano i nuclei familiari: 5 per cento in più tra 2005 e 2009. Diminuiscono gli alloggi stipati di connazionali senza legami di parentela”. E rileva Gianpiero Della Zuanna: “Certamente nei prossimi vent’anni le cose non cambieranno, perché in Italia, senza immigrazione, ogni quattro persone che compiranno 65 anni ci saranno solo tre persone che ne compiranno 20, e queste ultime saranno in gran parte diplomate. Quindi è bene che l’Italia si attrezzi – dal punto di vista culturale, legislativo e organizzativo – per diventare un crogiuolo ove genti diverse si fondono per dar vita a una società nuova. E’ un dato di fatto che può fare paura, ma è anche un’enorme opportunità, una sfida entusiasmante per gli anni futuri”.

LA REPUBBLICA sceglie la politica (“Berlusconi, il giorno della verità”) e in taglio basso riferisce del nuovo decreto flussi: “Immigrati, l’Italia riapre le porte”. L’annuncio è del ministro Maroni: entro la fine dell’anno 80 mila lavoratori, di cui 30mila colf e badanti, saranno ammessi nel Belpaese. Il servizio a pagina 23: «riparte la lotteria delle quote» scrive Vladimiro Polchi, «il decreto è l’unica chance per uscire dalla clandestinità e mettersi in regola. L’iter però non è semplice né privo di rischi: si presenta domanda d’assunzione, si rientra nelle quote, si esce dall’Italia col nulla osta e si rientra con un visto d’ingresso. Insomma, si esce clandestini, si rientra regolari». L’ultimo decreto flussi risale al 2008. «Che si faccia è sicuramente una buona notizia, che aspettavamo da tempo e risponde a una logica di buon senso», sostiene Andrea Olivero, presidente Acli, «è la conferma che la presenza degli immigrati è una risorsa necessaria per il Paese». In un box, si cita il Rapporto Ismu: nel 2010 ci sono stati 100mila arrivi in meno, un calo del 40%.

IL GIORNALE sul rapporto Ismu – che ha segnalato un calo d’ingressi in Italia – pubblica il commento del vicesindaco di Milano De Corato che ha detto: «di questo trend non si vede l’ombra: sono sempre 50mila e rubano 45 volte più degli italiani».  IL GIORNALE annuncia che «a sorpresa il Comune mette in bilancio la moschea».  «Chissà se basterà scriverlo nero su bianco», scrive la cronaca milanese «Del resto il 2011 è lungo e se l’argomento moschea sarà tabù prima delle elezioni, dopo sarà quasi impossibile  rinviare ancora il caso». Il quotidiano cita i documenti. «Dopo la disponibilità a voce l’impegno a partecipare attivamente al tavolo istituito dalla Prefettura per trovare una soluzione compatibile con il territorio al problema dei luoghi di culto per i fedeli di religione musulmana, è scritto nel bilancio di previsione 2011. È nella relazione preparata dall’assessorato alle politiche sociali che approderà in aula prima di Natale».

Il SOLE 24 ORE dedica un lancio in prima e l’apertura dell’inserto “Norme e Tributi” al tema dell’immigrazione in cui son presenti due brevi passaggi sul dossier immigrati della Fondazione Ismu. Titolo: “Ingresso per 100mila immigrati”. In arrivo infatti un nuovo decreto flussi da 100mila posti per l’assunzione di colf, badanti e lavoratori subordinati extracomunitari stranieri. Il provvedimento di programmazione che autorizza de gli ingressi è stato firmato a fine novembre, per rispettare il timing previsto dalla programmazione annuale delle quote, «ma la notizia è trapelata solo ieri durante la presentazione del Rapporto annuale della Fondazione Ismu, a Milano». Dopo l’esame della Corte dei conti il decreto dovrebbe approdare in «Gazzetta Ufficiale» entro fine anno. Subito dopo ci sarà un nuovo click day.

AVVENIRE dedica tutta la pagina 5 al XVI rapporto ISMU sull’immigrazione. Il titolo è “La crisi riduce i flussi di migranti”. Il sommario informa che aumentano le donne e che i minori sono triplicati in 7 anni. Secondo il rapporto i problemi economici hanno determinato una frenata negli arrivi in Italia, ma l’occupazione straniera è cresciuta. Un’infografica informa che gli stranieri (regolari e non) presenti in Italia sono 5,3 milioni di cui occupati sono un milione e 924mila, circa 200mila in più del 2009. Continua il boom delle badanti e crescono i nuclei familiari. Si sono registrati anche meno reati: chi li commette principalmente non ha il permesso di soggiorno. L’ISMU segnala anche, alla fine di un decennio segnato da costanti flussi, la crescita dell’ostilità verso i migranti. E da una recente indagine SWG, risulta che metà dei giovani tra i 18 e i 30 anni manifesta posizioni razziste. Per questo, conclude il rapporto ISMU, ora bisogna puntare sull’integrazione. Tra gli scenari possibili, due i segnali di radicamento su cui puntare: l’imprenditoria etnica – segno di autonomia, mobilità e crescita professionale – e l’associazionismo, strumento per la partecipazione alla vita sociale e canale privilegiato di contatto e comunicazione con le istituzioni. Un box è dedicato al Premio ISMI 2010 assegnato alla Rete G2 delle seconde generazioni e a una giornalista filippina che ha dato vita al settimanale free press Kabayan Times International, scritto in inglese, tagalog e italiano e distribuito in tutta Italia in 50mila copie.

“La crisi frena anche gli immigrati”. LA STAMPA riserva un primo piano a pagina 12 sul quadro dell’immigrazione in Italia tracciato dal rapporto della Fondazione Ismu. Un dato su tutti: nel primo semestre del 2010 gli immigrati iscritti all’anagrafe sono centomila in meno rispetto allo stesso periodo del 2007. L’interpretazione è che la crisi, soprattutto nell’industria, abbia pesato e alcuni regolari abbiano deciso di rientrare nei propri Paesi. Altro dato interessante riguarda la criminalità: gli stranieri regolari denunciati sono scesi dai 303 mila del 2008 ai 260 mila del 2009. LA STAMPA mette in evidenza il dato sui giovani: i minori sono un milione e 24 mila, il triplo di quanti erano nel 2003, e più della metà sono nati in Italia. L’Ismu ha preso posizione a favore della battaglia per la cittadinanza premiando la “Rete G2-Seconde generazioni”, un’organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati nati in Italia.

E inoltre sui giornali di oggi:

RAI E DIALETTI
CORRIERE DELLA SERA – A pagina 31: “Gli spot dei dialetti incomprensibili. Il caso Rai sull’Unità d’Italia”. Scrive Lorenzo Salvia: “Da Nord a Sud, da Est ad Ovest, tutti contro gli spot Rai che celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia e ricordano, puntuali come Babbo Natale, che bisogna pagare il canone. La vigilessa friulana, il prete lombardo, l’allenatore campano: 15 dialetti, 15 caricature che dovrebbero far sorridere, forse riflettere, ma che per il momento fanno soprattutto litigare”.

WIKILEAKS

LA REPUBBLICA – “Berlusconi censura Internet per favorire le sue televisioni”. Reso noto un altro documento diplomatico secondo il quale il premier, con l’avallo del ministro Romani, avrebbe usato il suo potere per rafforzare le sue tv. Una rivelazione non proprio sconvolgente. Più interessante forse il commento del diplomatico Thorne: se approvato il decreto Romani «rappresenterà un precedente che nazioni come la Cina potrebbero copiare o citare come giustificazione per i loro attacchi contro la libertà di stampa. Permetterà a Berlusconi di guadagnare di più e controllare meglio l’informazione pubblica».

COOP

ITALIA OGGI – «Scelta epocale: Le coop non sono più bianche o rosse. Seppellito per sempre il collateralismo» è un richiamo in prima pagina del quotidiano. Si parla del «progetto di mettere insieme Legacoop, Confcoop e Agci» per «razionalizzare la rappresentanza», adesso «i tempi sono maturi per Federcoop». Secondo l’autore dell’articolo, Sergio Luciano, «è una svolta storica» dovuta allla presenza di «un’intesa tra soggetti storicamente distanti», sarebbe «l’effetto della dissoluzione politica dei partiti di riferimento».

FACEBOOK

ITALIA OGGI – «Anche Zuckerberg diventa filantropo» è il titolo a pagina 13. Il fondatore del social network sarà «il più giovane del club di miliardari filantropi lanciato lo scorso giugno da Bill Gates e Warren Buffett». Zuckerber donerà metà della propria fortuna a «The Giving Pledge», l’obiettivo è «raccogliere 600 miliardi di dollari», ovvero «sei voltr l’aiuto allo sviluppo che gli stati annualmente assegnano alla lotto contro la povertà».

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