Naufragi
Migranti: in un anno 120 minori morti nel Mediterraneo
Dal 2014 ad oggi sono morte o disperse nel Mediterraneo oltre 31.200 persone. Le ultime vittime sono tre bambini, tutti sotto i 5 anni, che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere un luogo sicuro in Europa con i propri genitori
di Redazione
Circa 120 minori sono morti o risultano dispersi nel Mediterraneo, da gennaio 2024 a gennaio 2025, su un totale di poco meno di 2.400 persone. La macabra lotteria rappresentata dalla traversata di una delle rotte più letali al mondo che dal 2014 ha causato oltre 31.200 morti o dispersi, ha riscosso, ancora una volta, il suo tributo in termini di vite umane. Le ultime vittime sono tre bambini, tutti sotto i 5 anni, che hanno perso la vita nell’ultimo naufragio del Mar Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere un luogo sicuro in Europa con i propri genitori. Due le piccole salme recuperate, mentre un bambino di circa 5 anni risulta disperso.
I 15 sopravvissuti partiti dalla Libia, soccorsi dalla nave dell’ong Sea Punks e trasbordati sulla motovedetta della Guardia Costiera, sono arrivati ieri a Lampedusa. Fin dai primi momenti dello sbarco, il team di Save the Children, presente sull’isola, ha fornito assistenza e si è attivato per la protezione e supporto del gruppo di superstiti di naufragio, tra cui un bambino di circa 2 anni in stato di forte stress, accompagnato dal padre. Gli operatori di Save the Children, in collaborazione con le altre organizzazioni e agenzie operative sul posto, hanno cercato di garantire la risposta ai bisogni primari a persone estremamente stanche e spaventate.
Nella giornata di ieri ci sono stati 11 sbarchi a Lampedusa per oltre 450 persone, di cui una trentina di minori, 16 dei quali non accompagnati. Nel 2024 e anche nelle prime settimane di quest’anno – in cui sono arrivate 3.074 persone rispetto alle 1.305 dello stesso periodo del 2024 – Lampedusa si conferma il principale luogo di arrivo via mare in Italia di minori stranieri non accompagnati, bambini e bambine accompagnati, donne sole e donne in stato di gravidanza. Tutti individui portatori di vulnerabilità ed esigenze specifiche complesse.
Save the Children sottolinea come il contesto internazionale sempre più caratterizzato da guerre, persecuzioni, violenze, povertà estrema, crisi umanitarie, non arresta la fuga di chi, per raggiungere un futuro possibile in Europa, continua a rischiare la propria vita, troppo spesso perdendola, in mancanza di vie regolari e sicure. L’attuale impianto delle riforme europee introdotte con il Patto europeo migrazione e asilo, evidenzia l’Organizzazione, non porta particolari soluzioni alle principali problematiche vissute da chi arriva in Ue e le condizioni di bambini e adolescenti, e tra loro dei minori stranieri non accompagnati, rimangono precarie e pericolose. Per questo, Save the Children continua a chiedere l’apertura di canali regolari e sicuri per raggiungere l’Europa che garantiscano il rispetto dei diritti umani, e un’assunzione di responsabilità condivisa dell’Italia, degli altri Stati membri dell’Unione Europea e delle istituzioni europee affinché attivino un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in pericolo, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea.
Cecilia Fabiano/LaPresse
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