#LaPuntina

Migranti in Albania, una risata seppellisce le scelte del governo Meloni-Salvini

Più ancora delle discussioni politiche in ambito italiano ed europeo a dirci come la realtà sia testarda e pronta a smentire propagande e retoriche buone per raccattare voti e sollecitare egoismi e rancori ma non a governare. Così il Cpr in Albania rimane vuoto e il mondo ride

di Riccardo Bonacina

Ricapitoliamo. Giorgia Meloni da mesi vuol convincerci che l’accordo con il socialista albanese Rama sul Centro di trattenimento in terra albanese fosse un modello per la Von der Leyen e per l’intera Europa da lei in pellegrinaggio per carpire i segreti della svolta italiana sull’immigrazione.

Ieri Giorgia Meloni a margine del vertice Ue aveva convocato anche 10 paesi per illustrare la sua linea e le sue scelte. Iniziativa che aveva raccolto i distinguo di Francia, Germania, Spagna e i Paesi principali: “Non c’è nessun modello ialo-albanese” è il laconico commento all’Eliseo in vista del consiglio Ue a Bruxelles.  A sottolineare contrarietà anche il il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il concetto dei centri di rimpatrio, sul modello Italia-Albania, “non sono una soluzione plausibile e reale per un Paese grande come la Germania. Noi abbiamo avuto a che fare con 300mila immigrati lo scorso anno”.

Ma più ancora delle discussioni politiche in ambito europeo a dirci come la realtà sia testarda e pronta a smentire propagande e retoriche buone per raccattare voti e sollecitare egoismi e rancori (che la premier, lasciatemi dire, mostra di cavalcare come fosse sempre all’opposizione e non da due anni con i “pieni poteri”) ma non a governare fenomeni complessi. 

Prima risata: Il 14 ottobre scorso la nave della Marina Militare Libra è partita alla volta dell’Albania con 16 migranti, 10 bengalesi e 6 egiziani selezionati su 80  intercettati su barchini la notte in acque internazionali da motovedette delle autorità italiane che li hanno poi trasferiti sulla Libra. La nave è arrivata ieri nel porto di Schengjin. Ma come, si sono chieste tutte le persone dotate di raziocismo e non obnubilate dalle retoriche partitiche, una nave con 70 persone di equipaggio, un viaggio dal costo stimato di 250mila euro per 16 migranti?

Seconda risata: Ieri, era circolato il bilancio dei primi 5 giorni di apertura dei centri migranti italiani in Albania: 2.285 sbarcati in Italia 12 in Albania e 4 riportati in in Italia perché o minori o in condizioni sanitarie critiche. Ma come vi chiederete: ma su 16 controlli prima della partenza ne hanno sbagliati 2?

Terza risata: La capienza massima dei centri in Albania si viene a scoprire sarà di 10.500 persone l’anno. Il costo giornaliero per migrante accolto sarà di 410 euro al giorno, per persone che poi torneranno in Italia.  In Italia il costo che tanto fece scandalizzare Salvini e la Lega che vi montarono una campagna elettorale, è di 35 euro al giorno!

Definitiva risata: A sei giorni dalla partenza della Libra la 18° Sezione del Tribunale Civile di Roma per i Diritti delle persona e immigrazione ha stabilito che i migranti portati nei centri in Albania dovranno uscire tutti.  La decisione, dice il tribunale, è dovuta «all’impossibilità di riconoscere come “paesi sicuri” gli Stati di provenienza delle persone trattenute».  I dodici egiziani e bangladesi rientreranno a Bari a bordo della Classe de Grazia, un mezzo della Guardia costiera (altro viaggio altro costo). Il mega centro in Albania che a pieno regime ospiterebbe un migliaio di migranti rischia di restare vuoto già a una settimana dalla sua apertura. Nel frattempo la Marina Militare fa avanti e indietro dall’Albania, ridotta al ruolo di taxi del mare, trasportando poche unità di migranti, costi stimati per 3 viaggi 400 mila euro (3 viaggi in una settimana).

Il ministro Piantedosi minaccia il ricorso sino alla Cassazione, la Meloni lancia una pesantissima accusa lamentandosi di “avere contro parte delle istituzioni”, Salvini convoca la piazza contro il processo sulla Open arms a Palermo a cui aderisce solo sparuto gruppo di 100 persone compresi i ministri della Lega. In questo modo Meloni e Salvini usurano i rapporti tra poteri e istituzioni in maniera grave creando frizioni pericolose.

Ma la verità è che siamo di fronte a una classe politica ignorante quanto arrogante il cui campione resta Salvini, uno sfaticato che non ha mai studiato e che nel marchio della Lega ha voluto anche apporre la sua, ormai patetica, ambizione “Lega per Salvini premier”. Ma non basta dirlo!

Intanto, un’onda di costose e amare risate percorre l’Europa sino a Palermo.

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