Cultura

Migranti, il mare tra Chiesa e Lega

Rimane alta la polemica fra il partito di Bossi e le gerarchie cattoliche. Il resoconto dei giornali di oggi

di Franco Bomprezzi

Parole come pietre fra la Lega e la Chiesa sul tema dei migranti. Una polemica che crea qualche problema alla maggioranza di governo, e che viene alimentata non poco dai giornali di oggi.

 

 

“Il Vaticano: la Lega ci offende”: apertura sullo scontro sull’immigrazione per LA REPUBBLICA, che nell’occhiello riferisce, collegandoli, della polemica Calderoli – Pontificio consiglio, della presenza di Berlusconi alla festa della Perdonanza e di una cena successiva con Bertone. Tre giorni fa Calderoli aveva detto: «le parole di Vegliò non sono quelle del Vaticano o della Cei da cui, spesso, lo stesso monsignore è stato poi contraddetto». Ieri monsignor Vegliò, presidente del pontificio consiglio per i migranti, ha replicato: «le parole del ministro sono inaccettabili e offensive, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo». Come non bastasse, è scontro anche fra Agostino Marchetto, segretario del pontificio Consiglio per i migranti, e Roberto Cota. Il primo ha definito il peccato di clandestinità «un peccato originale nella legislazione sull’immigrazione». Il secondo gli ha (incredibilmente) risposto: «Chi parla così sono i soliti che qualcuno definisce catto-comunisti e che in realtà hanno perso il “catto” e sono comunisti». La polemica con la Chiesa, scrive Antonio Custodero, a pagina 4, ha immediati riflessi all’interno del Pdl. Basta a «un partito a due facce, camera di compensazione dei leghisti» dice il ministro La Russa, invitando il Carroccio a «capire che c’è anche la responsabilità e il dovere dell’accoglienza della persona umana». In appoggio intervista a Beppe Fioroni (Pd): “I cattolici del Pdl alzino la voce o Bossi gli detterà ancora la linea”. La Chiesa non è rassegnata, dice l’ex ministro dell’istruzione, ma i cattolici sì: «stiamo mettendo le premesse per creare un “cinismo di popolo”. Si sta insinuando l’idea che, dopo tutto, questi disgraziati meritano anche di essere processati». «A Rimini fino ad ora non si è sentita una parola chiara e una presa di distanza dagli atteggiamenti, ormai unanimemente censurati, di chi ci governa».

Su REPUBBLICA il resoconto della querelle viene dopo un lungo reportage del direttore Ezio Mauro: “Un anno, 4 mesi, 21 giorni viaggio dalla morte all’Italia”. Grazie alle testimonianze di Titti Trazar, 27 anni, l’unica donna sopravvissuta al naufragio, Mauro ricostruisce l’odissea dei migranti eritrei. Eccone un passaggio: «Muore qualcuno ogni giorno, ormai, e il numero varia. Uno, poi tre, quindi cinque, un giorno quattordici e si va avanti così. Dicono che i primi a morire sono quelli che hanno bevuto l’acqua di mare, Titti non sapeva che era mortale, non l’ha bevuta solo per il gusto insopportabile, si bagnava le labbra continuamente. Poi Hadengai ha l’idea di prendere un bidone vuoto di benzina, tagliarlo a metà, lavare bene la base e metterla sul fondo della barca, dove i morti hanno aperto uno spazio. Spiega che dovranno raccogliere lì la loro orina, per poi berla quando la sete diventa irresistibile, pochi sorsi, ma possono permettere di sopravvivere. Lo fanno, anche le donne, però di notte. Titti beve, come gli altri. Potrebbe bere qualsiasi cosa: anzi, lo sta facendo».

“Tensione Vaticano-Lega su immigrati e sbarchi” è il titolo a centro pagina nella prima del CORRIERE DELLA SERA, e, appena sotto, parte dalla prima e continua a pagina 12 il commento di Gian Antonio Stella: “Liturgie padane”, excursus storico sui rapporti fra Lega e gerarchie cattoliche. “Sono mesi che la temperatura sale. – ricorda Stella – Di qua la Chiesa che, sia pure con qualche distinguo per non invadere troppo le competenze dello Stato (vedi le precisazioni vaticane dopo i commenti di monsignor Marchetto sul «pacchetto sicurezza»), non perde occasione per sottolineare la necessità di rispettare i diritti degli immigrati, clandestini compresi, a partire dal diritto alla vita (sono 14.600 i morti in questi anni nel Mediterraneo, ha detto monsignor Vegliò) e all’eventuale asilo politico. Di là gli esponenti del Carroccio che ribattono colpo su colpo”. E più avanti: “Quale possa essere la reazione a questi conflitti dei cattolici che votano Lega è una cosa tutta da vedere. «L’elettorato cattolico la pensa come noi», giurò pochi mesi fa, dopo l’ennesimo scontro, il capogruppo alla Camera Roberto Cota. Si vedrà. Tutto si può dire, però, tranne che il Carroccio insegua come tanti altri partiti, anche a sinistra, la benedizione della Chiesa”.  A pagina 5 la cronaca della polemica, con la dura precisazione di monsignor Antonio Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti (“Ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede e non sono mai stato contraddetto dalla Santa Sede né dalla Cei”) e la replica leghista del sempre raffinato Matteo Salvini (quello della cantata razzista contro i napoletani): “Ai monsignori dico: ofelé fa el tò mesté, cioè si occupino delle chiese mezze vuote, mentre i ministri fanno i ministri”. A fianco una interessante intervista a Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, deputato Pdl, provenienza Cl: “Noi cattolici, anzi, noi tutti, non possiamo mai sentirci con la coscienza a posto. Per questo mi è dispiaciuto moltissimo l’attacco alla Chiesa. Ma sono altrettanto dispiaciuto delle strumentalizzazioni dell’opposizione. Accusarci di razzismo per aver introdotto il reato di clandestinità mi offende. E’ un errore e un pregiudizio che non permette il confronto e la creazione di un percorso comune”. Foto a tutta pagina con il gommone con 57 persone soccorse ieri a una trentina di miglia da Lampedusa. Box a corredo: “Nel barcone salvagenti maltesi”.

Del contrasto Lega-Vaticano se ne occupa  su IL GIORNALE Andrea Tornielli in un articolo intitolato “Immigrazione, quelle stoccate tra l’arcivescovo e Calderoli”. Nell’articolo nella sezione interni, Tornielli fa chiarezza sul fatto che il presidente del Pontificio per gli immigranti l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò non sia mai stato smentito dalla Santa Sede né contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana e che le parole di Roberto Calderoli «le posizioni di monsignor Vegliò non sono quelle della Cei» non corrispondono alla realtà dei fatti. Tornielli affronta anche le nuove bordate di ieri che sono arrivate dal Carroccio alla Santa Sede. Il presidente dei deputati della Lega Roberto Cota non ha infatti gradito un saggio scritto dall’arcivescovo Marchetto sulla rivista online statunitense Jurist nella quale l’arcivescovo ha definito il reato di immigrazione clandestina come «il peccato originale della legislazione sulle migrazioni». Per Cota, si legge nell’articolo, quelle parole «sono espressione di un pregiudizio politico che non hanno nulla di religioso. Chi parla così sono i soliti che qualcuno definisce cattocomunisti. Marchetto si sta esercitando nell’invenzione di comandare senza avere l’autorità». Anche Matteo Salvini e Ignazio La Russa entrano con toni diversi nella classifica dei polemisti contro la Santa Sede. Il leghista invita i monsignori a occuparsi delle chiese mezze vuote, mentre il ministro della difesa, oltre a alle parole di rispetto nei confronti della Santa Sede, «ho grande rispetto della Chiesa, capisco la sua missione a cui mi inchino», afferma anche che «oltre alla carità che deve essere esercitata nei confronti di tutti, c’è poi una missione diversa che è quella di chi ha il dovere, prima che il diritto, di far rispettare la legge».

“Di santa ragione” è il titolone de IL MANIFESTO accompagnato da una grossa foto di San Pietro che sottolinea lo scontro in atto tra la lega del ministro Calderoli e monsignor Vegliò. A pagina 4 Domenico Cirillo scrive “Con la Chiesa è scontro. Il governo copre la Lega” in cui racconta i fatti. Subito un appunto al Vaticano che «quello che non ha detto sugli scandali sessuali del presidente del Consiglio, il Vaticano lo dice con forza di fronte alle morti». La Chiesa non vede di buon occhio la legge sulla sicurezza e la stretta sull’immigrazione volute dal governo e molto spinte dalla Lega. Il perchè lo spiega monsignor Agostino Marchetto sulla rivista dell’Università cattolica di Washington dicendo che «c’è una distinzione fondamentale tra lavoratori migranti, rifugiati e richiedenti asilo e la non considerazione di queste differenze è stata evidente negli ultimi casi di respingimento» questo per «il peccato originale» della legge che sta nel reato di clandestinità. L’unica risposta che la Lega è riuscita a dare, per altro sostenuta dalla maggioranza (con Frattini e La Russa) è il fatto che gli alti prelati parlino a titolo personale e non a nome della Chiesa, che però non ha mai rettificato le parole dei propri vescovi.

IL SOLE24ORE si occupa dello scontro Lega-Vaticano a pagina 12, con la cronaca di Marco Ludovico e il retroscena vaticano di Carlo Marroni: «Il tema è ormai entrato tra la categoria dei valori non negoziabili, quasi al pari di vita e famiglia. L’immigrazione è il nodo irrisolto dei rapporti tra la Chiesa e il governo Berlusconi, che si vanta di essere quello che da sempre ha i migliori rapporti con le gerarchie. Vero in buona parte – specie dopo il decreto su Eluana, i finanziamenti alla scuola privata e ora anche le assicurazioni sul depotenziamento della Ru486 – ma che trova ricorrenti punti di caduta sull’immigrazione, regolata da una legislazione voluta dalla Lega. Il nodo, alla fine, sembra sia proprio qui: non è tanto la normativa a far alzare i toni a sacerdoti, vescovi e cardinali, ma la sua rappresentazione. La Lega batte sulla severità della legge trasmettendo oggettivamente all’opinione pubblica un’immagine di intransigenza o addirittura di persecuzione verso chi vuol fuggire da miseria e guerra. È su questo che la Chiesa alza i toni, condannando senza riserve tutto il pacchetto, perché la percezione diviene più realtà della realtà stessa. (…)».

Nel bailamme degli interventi sull’emergenza immigrazione e sullo sfondo del nuovo episodio che coinvolge altri 57 immigrati in gran parte eritrei, AVVENIRE dedica alla risposta «pacata ma ferma» dell’arcivescovo Antonio Maria Vegliò a Calderoli il fondo di pagina 6. In una nota stampa, il presule ha smentito la convinzione del ministro leghista, secondo cui il giudizio da lui espresso  sulle “boat people” non riflette in realtà la posizione ufficiale della Cei: «Come capo del dicastero», ha detto Vegliò, «ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana». Ha poi definito «inaccettabile e offensiva» l’insinuazione del ministro sulla sua responsabilità nella morte di tante persone. Di seguito AVVENIRE ripercorre la vicenda e gli interventi salienti della polemica, citando anche l’articolo scritto dal segretario del dicastero vaticano per i migranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto, per la rivista americana Jurist; il saluto al sinodo valdese e metodista del vescovo di Pinerolo Piergiorgio Debernardi in cui fa riferimento alla preoccupazione «per le gravi misure adottate dal nostro governo contro gli stranieri»; le parole del cardinale Crescenzio Sepe a “Radio anch’io”: «la chiesa ha sempre parlato con molta chiarezza, dal magistero del Papa ai vescovi: ogni migrante è una persona umana e in quanto tale possiede diritti fondamentali che sono inalienabili e che tutti devono rispettare».

LA STAMPA dedica al tema il titolo di apertura “Scontro Vaticano-Lega. «Calderoli è offensivo». A pagina 4, l’articolo a firma di Giacomo Galeazzi riporta il botta e risposta tra Santa Sede e Carroccio, in cui si è «sfiorato l’incidente diplomatico». Se per l’arcivescovo Vegliò le parole di Calderoli sono «inaccettabili e offensive», in serata «il duello prosegue con Calderoli che invece di abbassare i toni della polemica rilancia, ipotizzando persino spaccature nei Sacri Palazzi». A dar ulteriore voce al malumore della Curia verso la Lega, LA STAMPA riporta le parole dell’arcivescovo Marchetto: «Alcuni uomini politici si dicono cattolici senza accettare la dottrina sociale della Chiesa», e ancora «la legge sull’immigrazione è ideologica e sconta il peccato originale del reato di clandestinità». Tra i contorni della polemica, La Stampa riporta l’attacco del Pd alla maggioranza per «l’ennesima brutta figura col Vaticano», e l’intervento dei Paolini di Famiglia Cristiana: «Senza il lavoro degli immigrati saremmo tutti più poveri, questo è il problema più sentito dagli italiani in un’estate di sconci pettegolezzi e di polemiche assurde fino al ridicolo». Segue l’intervista al ministro della Difesa La Russa: “La Chiesa ha diritto a manifestare il proprio dissenso”. Per il ministro «il riconoscimento dell’azione della Chiesa è insito nel modo d’essere dell’esecutivo», sottolinea però che «come governanti abbiamo compiti diversi rispetto ai vescovi. È un fardello pesante». E sul decreto Maroni: «Sta dando ottimi frutti. La gente vuole sicurezza». A pagina 5, il retroscena di Amedeo La Mattina “Berlusconi affida la pace a una cena con Bertone”. Per La Stampa, le polemiche con la Santa Sede sull’immigrazione preoccuperebbero non poco Palazzo Chigi, imbarazzando in primis Gianni Letta. Anche se il premier, prosegue ironico La Mattina, «non capisce la ratio di questi attacchi, come se quanto accaduto in mare fosse colpa del governo, che invece si è sempre adoperato nel salvataggio di vite umane». Il presidente del Consiglio avrebbe però già pronta una soluzione: se il 6 settembre non andrà a Viterbo ad accogliere il Papa (gli onori di casa saranno affidati a Letta), alla Festa della Perdonanza di venerdì all’Aquila, Berlusconi cenerà con il Segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone. È la prima volta, spiega la diocesi, che vi partecipa «per sua espressa iniziativa», il presidente in persona.

 

E inoltre sui giornali di oggi:

TELEVISIONE

LA REPUBBLICA – “Pdl all’attacco di Raitre spuntano Minoli e Mentana”. Obiettivo, scrive Mauro Favale, ammorbidire l’unica rete Rai sgradita a Palazzo Chigi e mettere da parte Fazio, Littizzetto, Gabanelli e Dandini. Intervistato il consigliere Giorgio Van Straten avverte che va respinta «la ricetta di Masi ossia avere in Italia sei reti tv che dicono tutte la stessa cosa, non solo sul piano politico, ma soprattutto su quello culturale».

SICUREZZA

LA REPUBBLICA – “Londra, il Grande fratello fa flop un arresto ogni mille telecamere”. La Gran Bretagna è il paese che ha più investito nelle telecamere, ben 500 milioni di sterline. Oggi la polizia inglese fa un bilancio e dice: contro la criminalità sono inefficaci, in modo particolare per la microcriminalità quotidiana. Dunque costi di manutenzione altissimi (l’uso di una telecamera costa circa 20milasterline) e pochissima efficacia. Mentre sulle strade i bobby sono spariti (impegnati a rivedere le immagini delle telecamere, appunto).

 

IRAN

CORRIERE DELLA SERA – “Iran sotto choc per il caso degli stupri in cella”, è il titolo del pezzo di Cecilia Zecchinelli a pag. 15. La testimonianza di uno scampato al carcere di Kahrizak pubblicata sul sito del riformista Karroubi. La vittima: “Cose che farebbero orrore a un miscredente”. Intanto continua il processo farsa contro i dissidenti, nel silenzio generale dell’opinione pubblica internazionale.

 

CARCERI

AVVENIRE – “In carcere manca l’acqua. Rivolta a Pisa”. Il quotidiano prosegue la sua battaglia per raccontare i disagi del sovraffollamento nelle carceri. Stavolta è sotto tiro la casa circondariale toscana, dove i detenuti hanno organizzato una contestazione per la mancanza di acqua (una situazione che si è ripetuta più volte negli ultimi mesi): hanno dato fuoco a stracci e cuscini, lanciato bombolette di gas, bottiglie ed escrementi. Anche a Sollicciano continua la protesta civile per il sovraffollamento delle celle. Donato Capece, segretario generale del Sappe, ribadisce il concetto ribadito sempre più spesso dalle pagine del quotidiano, «La situazione è sempre più incandescente e ormai ogni giorno registriamo manifestazioni e proteste sempre più violente».

 

CINA

CORRIERE DELLA SERA – “L’anglo-cinese fa ridere il mondo, Shanghai corre ai ripari”, gustoso pezzo da Pechino di Marco Del Corona, a proposito della campagna contro le scritte in inglese piene di sgrammaticature, che in Usa hanno fatto il successo del comico Huang Xi. Sotto accusa il “chinglish”, inglese storpiato dai cinesi. Un esempio? Insegna a Shanghai: “Not fire in bed (non sparare a letto)” invece di “no smoking”…

 

CINEMA

AVVENIRE – “«Porto la Via crucis dei senzatetto tra le star del Lido»”. Un pezzo sul film di Serena Nono, Via della Croce, in programma come evento speciale alla prossima mostra del Cinema di Venezia. La passione di Cristo usata per raccontare storie di straordinaria umanità fatte di fallimenti e dolori, emarginazione e riscatto: questa in sintesi l’idea. Sotto i riflettori ci sono le storie che vedono protagonisti gli ospiti della Comunità di sant’Alvise, Casa dell’Ospitalità di Venezia.

 

BADANTI

IL SOLE 24 ORE –  Un ampio dossier dedicato alla regolarizzazione delle badanti. Tutte le domande e le risposte. Il Sole sottolinea, sin dalla prima pagina, che può essere messo in regola anche chi ha il passaporto scaduto. E che l’assunzione può avvenire soltanto a tempo indeterminato.

 

ALEMANNO

CORRIERE DELLA SERA – “I bagagli non arrivano, Alemanno sperimenta il caos di Fiumicino”, titolo del pezzo a pag. 21: “un’ora per riavere le valigie, parte la protesta”. Il sindaco di Roma di ritorno con la moglie da una breve vacanza a Cortina, ha sperimentato i disagi quotidiani dei viaggiatori all’arrivo a Fiumicino. Più di un’ora per ritrovare i propri bagagli. Di qui la decisione politica: un vertice entro pochi giorni per affrontare la situazione, con Adr, Enac e le società di handling che operano nello scalo internazionale.

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