Welfare
Migranti, il Governo vuole ammorbidire il trattato di Dublino
Ancora una tragedia: a Pozzallo è in arrivo un barcone con quasi 600 persone a bordo, di cui 30 morte per cause da accertare. Il responsabile migrazioni del ministero degli Esteri: «Le norme europee vanno interpretate in modo da rendere effettivo il principio di solidarietà». L'intervista
Dovrebbe arrivare al porto di Pozzallo in Sicilia entro il primo pomeriggio l’imbarcazione con quasi 600 migranti su cui su stanno viaggiando anche 30 cadaveri. Le cause della morti non sono state ancora accertate, fra le ipotesi la morte per asfissia forse per il cattivo funzionamento di uno dei motori dell’imbarcazione. Nel frattempo il sindaco di Pozzallo ricorda che nel Comune «abbiamo a disposizione solo due celle frigo» e quindi «per ora non sapremmo dove mettere i 30 corpi». Le operazioni di salvataggio soni inquadrate nell’operazione Mare Nostrum.
Marco Del Panta è il Direttore Centrale per le Questioni Migratorie ed i Visti del ministero degli Esteri. Il prossimo numero di Vita magazine in edicola da venerdì ospiterà un suo intervento nel servizio ci copertina dedicato all’emergenza migranti.
Del Panta, che fare di fronte a questa ennesima tragedia?
I flussi arrivano in Italia tramite la rotta centro mediterranea che passa dalla Libia. E questo fatto non è secondario, contrariamente alle altre rotte, quella mediterranea orientale e quella occidentale, quella centrale è una rotta in cui non si può fare altro che il salvataggio in mare, perché a sud c’è la Libia, Paese instabile che non rispetta i diritti dell’uomo e quindi i respingimenti sono impossibili. Noi ci siamo già presi una sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2012 la famosa sentenza Hirsi che fa si che i migranti e soprattutto i richiedenti asilo non possano essere rimandati indietro.
Quanto costa Mare Nostrum?
9,5-10 milioni al mese.
Ha senso continuare a spendere questi fondi?
La politica dei respingimenti non è praticabile e allora nel breve periodo non si può fare altro che rafforzare Mare Nostrum nell’ottica di una collaborazione con Frontex, l’Agenzia di controllo delle frontiere europea. Sicuramente il nostro Governo lavorerà per aumentare il tasso di solidarietà a livello continentale. Non si possono fare stime precise, ma in passato il rapporto tra arrivi e deceduti in mare era di mille morti per 18 mila migranti che arrivano sulle nostre coste: cioè su 18 che partono uno muore. Un dato drammatico.
Il sistema Italia è in grado di reggere la pressione degli arrivi dei migranti (abbiamo già sforato quota 60mila) che nei prossimi mesi estivi giocoforza non potrà che crescere?
Beh, siamo stati presi un po’ alla sprovvista, rispetto agli anni scorsi un aumento di questo tipo non era prevedibile. Però teniamo conto che la stragrande maggioranza dei migranti hanno come loro desiderio quello di andare in altri Paesi. Allora cosa fare? Noi siamo vincolati dalle regole europee, in particolare c’è il Regolamento di Dublino che stabilisce che il Paese di primo ingresso è quello cui compete l’accoglienza e la gestione del migrante e non si può pensare di correggere un regolamento che è stato appena approvato e comunque non ci sarebbe la maggioranza in parlamento per farlo. Però nelle pieghe di questa norma ci sono delle clausole che si possono adoperare, per esempio c’è una clausola di solidarietà per cui in caso di flussi massicci alcuni Paesi possono dichiararsi competenti per gestire i richiedenti asilo al posto del Paese di sbarco.
Questo però vale solo su base volontaria…
Sì, e infatti occorre chiarire al più presto a livello di unione europea cosa significhi solidarietà. Sulla carta uno dei principi che ispira tutta la costruzione dell’unione.
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