Welfare

Migranti, famiglie e minori. Il modello dell’accoglienza formato mignon è diventato grande. Così il consorzio Nuvola ha spiccato il volo

L'esperienza delle cooperative brindisine

di Francesco Dente

Nel 1999 un gruppo di amici di Francavilla Fontana, provincia di Brindisi, si trovò di fronte a un bivio: cercare fortuna altrove o investire sul territorio? Abbandonare la terra natìa o provare a piantare un seme? Partire, insomma, o ripartire? Decisero di unire le forze e di restare. Dodici anni dopo, quel drappello di ragazzi accoglie chi invece non ha avuto scelta. Chi è salito su una carretta del mare per fuggire dalle guerre e dalla povertà. Sono i soci fondatori di Nuvola, il consorzio nato sotto le ali di Cgm e di Policoro, il progetto ideato dalla Conferenza episcopale italiana negli anni 90 per fronteggiare la disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno, che raccoglie 11 cooperative sociali impegnate su più fronti. Dai migranti ai minori, dagli anziani alle persone disabili, dai giovani ai soggetti fragili.
Il gruppetto, in poco più di un decennio, ha fatto passi da gigante. Il fatturato aggregato è passato da 30 milioni di vecchie lire a 9 milioni di euro. Un vero e proprio boom, sia in termini di volume d’affari che di occupati, che ha toccato il picco più alto nel 2011. Quest’anno infatti il Consorzio ha triplicato i numeri. Ben trecento le persone a cui ha dato lavoro. Un balzo che ha coinciso con l’emergenza profughi. Nuvola è stato in prima linea a Manduria, la città del Tarantino che ha ospitato in complesso 10mila migranti trasferiti da Lampedusa. Mediatori, psicologi, assistenti sociali e infermieri delle coop affiliate al consorzio hanno operato nella tendopoli gestita da Connecting people (gruppo Cgm) fino al 13 settembre scorso, giorno in cui è stata svuotata definitivamente. Manduria ha rappresentato un punto di partenza non solo per i numerosi profughi che, una volta ottenuto il permesso temporaneo, hanno cercato di raggiungere il Nord Europa. È stata la prima tappa di un nuovo percorso anche per il consorzio.
Nuvola ha sperimentato una formula diversa per la prima accoglienza: mini-strutture per 10/15 persone al massimo. In men che non si dica ha dato vita a tre comunità per minori non accompagnati nei comuni di Villa Castelli, Erchie e Manduria e a due per nuclei familiari a Oria e a Villa Castelli. Altre due, sempre per famiglie, sorgeranno a breve a Torre Santa Susanna e a Latiano. Strutture più flessibili e soprattutto più ospitali che si aggiungono al centro di prima accoglienza Restinco di Brindisi e a quello di seconda accoglienza Sprar (ossia per stranieri in attesa di protezione internazionale) di Ostuni.
I proventi del servizio prestato nella tendopoli non sono stati dunque usati per fare “cassa” ma reinvestiti subito nel sociale. Com’è nella logica del terzo settore. Non tutto però è filato liscio come l’olio. Il consorzio ha fatto fatica a reperire le sedi in cui ospitare gli immigrati. Di qui l’idea di rivolgersi al mercato. Le nuove strutture di accoglienza sono sorte infatti in appartamenti privati. Case famiglia di nome e di fatto.


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