Formazione

Migranti: Caritas, paura immotivata degli immigrati rumeni

Caritas-Migrantes stima a 60mila l'ingresso di nuovi immigrati dalla Romania

di Redazione

L’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione Europea e’ un evento che per i suoi risvolti economici, sociali e culturali ”deve essere salutato positivamente, come occasione di crescita di tutta l’Europa”. E la diffusa preoccupazione di quanti temono un ”pericolo invasione”, specialmente da parte di cittadini romeni, nel nostro Paese, va riportata nelle giuste dimensioni, visto che si prevede che nei prossimi anni portera’ a un ingresso di circa 60mila persone ”a fronte di un fabbisogno di manodopera del nostro Paese di circa 250-300mila unita’ l’anno, in proporzione piu’ alto degli Stati Uniti, 5 volte piu’ popolosi dell’Italia”. Lo spiega all’Asca Franco Pittau, coordinatore del dossier statistico Caritas-Migrantes sull’immigrazione. I romeni in Italia registrati a fine 2005, secondo la Caritas sono 271mila, piu’ un numero di minori notevolmente aumentato rispetto al 4% dell’ultimo censimento. ”Se consideriamo le domande presentate quest’anno attraverso i due decreti flussi e il numero non precisabile di cittadini romeni che non si sono avvalsi di queste opportunita’, si va oltre le 400mila presenze”, spiega Pittau. Anche i bulgari, tra quelli registrati come soggiornanti (17.470), i minori e le persone candidatesi per le quote, sono alcune decine di migliaia. ”Pur considerando la forza d’attrazione che esercita per i romeni l’Italia, dove rappresentano la comunita’ migrante piu’ consistente – continua Pittau – l’andamento degli ultimi anni puo’ far pensare a una pressione migratoria di circa 60 mila lavoratori, difficilmente quantificabile con maggiore precisione, tenuto conto che possono spostarsi piu’ liberamente anche in altri Paesi e che l’evoluzione demografica romena e’ soggetta alle stesse dinamiche negative che valgono per l’Italia e che prevedono che la sua popolazione scenda da piu’ di 20 a 16 milioni di abitanti entro il 2050”. Una paura imotivata dunque, quella di questi giorni, ”paragonabile a quella che riguardo’ gli albanesi quando sembro’ che un piccolo appese di appena tre milioni di abitanti potesse invaderci”.


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