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Migranti, apprensione in alto mare per lo sbarco negato in Italia

La nave dell'ong Sos Mediterranée viaggia con 629 persone recuperate in 6 salvataggi anche da navi militari italiane. Il viceministro Matteo Salvini, di concerto con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, non concede la canonica autorizzazione per un porto italiano e chiede a Malta che però nega il coinvolgimento: nella notte tra domenica e lunedì la nave è ferma in mezzo al mare in attesa di istruzioni

di Redazione

"Dopo una notte impegnativa nel Mediterraneo centrale la Aquarius ha accolto a bordo 629 persone soccorse in sei diverse operazioni. Tra loro ci sono 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne in gravidanza". Questo il tweet – datato domenica 10 giugno 2018 ore 12 – con cui l'ong Sos Mediterranée, dalla propria nave umanitaria Aquarius, spiegava le azioni svolte. Di queste sei, ben tre direttamente, una tra l'altro in condizioni critiche con un gommone che si è ribaltato durante il salvataggio, mentre altre tre tramite trasbordi da altrettante unità navali, una della guardia costiera e due mercantili di passaggio.

Tutto secondo i regolamenti del mare fino a poche ore dopo, quando la notizia è rimbalzata ovunque per voce del minsitro dell'Interno italiano Matteo Salvini in concorso con il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli: "non è autorizzato lo sbarco in Italia", e contestualmente si chiedeva a Malta di accogliere le persone a bordo dell'Aquarius. Malta poco dopo se ne chiamava fuori (si legga in merito alla questione Malta, già sollevata in passato, questo articolo di Annalisa Camilli per Internazionale).

Mentre il premier Giuseppe Conte dichiarava che "le ong non sono il problema" e più tardi l'Italia annunciava l'invio delle motovedette della Guardia costiera nei pressi della Aquarius per eventuale assistenza medica di persone in condizioni difficili", sulla nave umanitaria (su cui Daniele Biella per Vita.it era salito a bordo lo scorso settembre, documentando in questo diario di bordo il savataggio di 371 persone) si affrontavano ore difficili cercando di mantenere la situazione più tranquilla possibile nonostante l'impasse istituzionale.

"La nave Aquarius si dirige verso nord, seguendo le istruzioni ricevute dopo i soccorsi e i trasbordi operati la scorsa notte sotto il coordinamento del MRCC di Roma. L'Aquarius è nell’attesa di istruzioni definitive per quanto riguarda il Pos (Place of safety o Porto di sbarco)", ha poi dichiarato l'ong nel tardo pomeriggio. "Abbiamo preso nota della dichiarazione del ministro dell'Interno italiano ai media italiani. Il nostro unico obiettivo è lo sbarco in un porto sicuro delle persone che abbiamo soccorso ieri in condizioni difficili. Prendiamo atto inoltre che le autorità SAR (Search And Rescue, Ricerca e soccorso) maltesi sono state contattate dalle autorità SAR italiane al fine di trovare la soluzione migliore per il benessere e la sicurezza delle 629 persone che si trovano ora a bordo della Aquarius". Sos Mediterranée è stata fin dai primi tempi di cambiamento di rotta governativo italiano in termini di gestione dei flussi migratori dal Mediterraneo – sancito con il Codice di condotta firmato dal ministro del precedente governo, Marco Minniti – un'organizzazione che ha collaborato in ogni circostanza, firmando tra le prime il Codice. Cosa che comunque tutte le ong ora in mare hanno fatto: allo stato attuale non c'è alcuna indagine pendente nei loro confronti.

Nella tarda serata di domenica, la situazione rimane ancora senza una risoluzione. Sulla nave, lunga 77 metri e più sicura di altre navi umanitarie più ridotte, le scorte di viveri sono di 48 ore. Per monitorare la rotta della Aquarius si può accedere al sito Marinetraffic.com e digitare il nome della nave. Alle 00.50 di lunedì 11 giugno si trova nella posizione visibile nello screenshot qui sotto: è poco più a nordest di Malta ma ha la prua rivolta verso l'isola maltese e non verso l'Italia. "Abbiamo ricevuto istruzione di restare in standby, probabilmente per tutta la notte", è uno degli ultimi messaggio dai volontari a bordo.

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