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MIGRANTI. Apg23: “Sconcertati dal ddl approvato”

L'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII critica apertamente quella che definisce "una chiusura, in controtendenza con i valori cristiani e quelli di una civiltà matura"

di Redazione

Sconcerto e sgomento. E’ questa la reazione dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, in merito all’approvazione alle Camere del Ddl sulla sicurezza che contempla il reato di clandestinità.

 “Abbiamo apprezzato l’intervento del Presidente Napolitano, condividiamo in pieno la sua viva preoccupazione per l’accentuarsi di una tendenza xenofoba che potrebbe alimentare gravi tensioni e scontri sociali”, afferma Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, “tale chiusura appare in controtendenza non solo con i valori della cultura cristiana ma anche con quelli di una civiltà matura o compiuta. Pertanto rivolgiamo un appello quanto mai accorato ai Senatori perché riflettano seriamente prima di portare a compimento un atto che certamente non ci onora e non ci qualifica in tempi di conclamata globalizzazione”.

“Ancora una volta chi paga sono soprattutto i miseri, i derelitti, cioè coloro che disperatamente cercano una mano tesa”, riprende Ramonda, “la logica indiscriminata dei ‘respingimenti’ è molto discutibile perché generalizza una condanna senza tenere conto dei bisogni e delle richieste delle vittime”.

Il rischio è quello che alimentando la tendenza alla denuncia del clandestino si arrivi a una ‘caccia alle streghe’: “ciò sarebbe veramente un abbruttimento fortemente diseducativo anche per le nuove generazioni”, conclude il responsabile dell’associazione.


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