Formazione

Microsoft organizza campagna “popolare” per se stessa

Lettere di fan falsi o prezzolati spedite da città inesistenti: così l'azienda di Bill Gates cercava di costruirsi un sostegno in vista della causa antitrust

di Gabriella Meroni

Con l’aiuto di un gruppo di sostegno popolare, Microsoft, il gigante dell’informatica, ha orchestrato un movimento “spontaneo” di protesta, sfociato in centinaia di lettere spedite ad alcuni procuratori capo degli Stati che sottoscrivono la causa antitrust del Dipartimento di giustizia americano contro la società fondata da Bill Gates. Nel mucchio c’erano però anche lettere “fasulle”.

Il contenuto delle lettere, diverse e scritte su carta personalizzata, era sempre lo stesso: i privati cittadini esprimevano il loro sostegno a Microsoft chiedendo ai magistrati di non essere troppo duri, perché il rischio, sostenevano, era quello di frenare il progresso informatico del Paese. Pareri espressi da privati cittadini, in quella che pareva una protesta genuina su larga scala. Qualche sospetto però è nato al procuratore generale dello Utah, Mark Shurtleff, quando sulla sua scrivania sono arrivate due lettere pro-Microsoft i cui firmatari erano deceduti da tempo. Lo Utah è uno dei 18 Stati che hanno sottoscritto la causa contro Microsoft. Altre lettere recavano indirizzi del mittente non validi o risultavano provenire da città inesistenti. La campagna delle lettere pro-Microsoft è stata gestita da un gruppo chiamato Americans for Technology Leadership, finanziato in parte proprio dalla società di Bill Gates.

Il colosso dell’informatica è stato condannato per violazione delle leggi antitrust lo scorso anno da una giuria federale. Il 17 agosto, una corte d’appello ha respinto la richiesta avanzata da Microsoft di rinviare la causa in attesa di una decisione in merito da parte della Corte suprema federale, invocata come ultima speranza. Intanto, Microsoft ha pronto il nuovo sistema operativo Windows XP, che vuole lanciare prima del processo, per evitare ripercussioni negative sugli affari legate ai guai con la giustizia. Il giudice che si occuperà del processo è Colleen Kollar-Kottely. La Kollar-Kottely è stata sorteggiata elettronicamente fra una rosa di 12 candidati. (Cnn)

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.