Famiglia

Microcredito: un 90% tutto da conquistare.

Solo il 10% della domanda di microcredito attualmente è soddisfatta. Lo dice il responsabile di Blue Orchard, gestore del Dexia Micro Credit Fund.

di Ida Cappiello

Il microcredito può diventare una forma di investimento a rischio limitato e con rendimenti interessanti. è il caso del Dexia Micro-Credit Fund, lanciato in Europa nel 1999, che presta denaro a 50 micro-banche in 21 Paesi del mondo. Quattro nomi tra i più importanti: Share in India, Faulu in Uganda, Compartamos in Messico, Prizma in Bosnia-Erzegovina. Le dimensioni del fondo non sono proprio ?micro?: i finanziamenti ammontano a 44 milioni di dollari e i beneficiari circa un milione e mezzo, tutti i prestiti sono stati rimborsati al 100%. La performance del fondo in euro nel 2004 è stata del 3,8%, del 5,5% dal lancio, nel 1999. La banca Dexia distribuisce il fondo in Europa, ma non ha sportelli in Italia. Allora il fondo si può acquistare o no? «Non vendiamo direttamente il fondo alla clientela privata italiana, per il momento», spiegano dalla direzione commerciale Dexia. «Però è possibile acquistare il fondo presso alcuni distributori online, o anche chiederlo alla propria banca». La quale, normalmente, fa però di tutto per non vendere prodotti non suoi, magari applicando commissioni altissime sul servizio. Ma questa è un?altra storia. La gestione del fondo è affidata a Blue Orchard, ?orchidea blu? in italiano, agenzia svizzera specializzata in questo settore. Vita ha intervistato Jean Philippe De Schrevel, responsabile del prodotto. E&F: Qual è esattamente il rapporto tra Blue Orchard e Dexia rispetto al fondo? De Schrevel: Siamo gestori del fondo nella parte investita in microcredito, l?80% del portafoglio. Il resto è investito in liquidità e viene gestito da Dexia. Attraverso la banca, poi, Dexia si occupa della vendita e di tutti i servizi di back office: contabilità, pagamenti e altro. E&F: Finanziate solo gli intermediari o anche direttamente i microimprenditori? De Schrevel: Solo gli intermediari, perché sarebbe impossibile per noi trattare con centinaia di migliaia di soggetti. E&F: Come selezionate le istituzioni ?prestabili?, mi passi il termine? De Schrevel: È una domanda interessante perché secondo me meno del 10% dei microfinanziatori presenti nel mondo lavorano bene. Un criterio fondamentale è la profittabilità: sono prestatori di servizi, non benefattori. Poi guardiamo all?attivismo commerciale, nel senso che l?offerta di microcredito deve espandersi il più possibile: pensiamo che solo il 10% della domanda di microcredito nel mondo è soddisfatta. E&F: Come raccogliete le informazioni sui prestatori? De Schrevel: Abbiamo tanti canali: agenzie internazionali di rating, associazioni di volontariato, conferenze e convegni, ma soprattutto un nostro team di analisti sempre in viaggio per il mondo. E&F: Valutate anche l?eticità dell?impiego dei capitali? De Schrevel: Non indaghiamo direttamente sui beneficiari, ma controlliamo spesso e attentamente il portafoglio impieghi delle istituzioni finanziarie. Chiaro che non ci devono essere night club o case da gioco? ma parlando seriamente, gli impieghi devono essere un fattore di promozione sociale, dunque tendenzialmente aiutare l?agricoltura familiare, l?artigianato, i servizi all?infanzia, per fare qualche esempio. Infine, escludiamo del tutto il credito al consumo, che qualche finanziaria cerca a volte di spacciare per microcredito. E&F: Spesso si pensa che il tasso d?interesse sia calmierato. È così? De Schrevel: I tassi variano nei diversi Paesi, si passa da un 15% in India a un 40% in America Latina. è un livello leggermente superiore a quello del sistema bancario, che però non finanzia i poveri, ma nettamente inferiore al mercato parallelo, anche legale, dove si parla del 100% e oltre. Il tasso d?interesse, in realtà, è una misura del costo di un servizio: le banche gestite meglio hanno costi più bassi e riescono a praticare tassi più competitivi. Mag, un modello in crescita Le Mag – Mutue autogestioni oggi attive in Italia sono cinque, a Milano, Reggio Emilia, Torino, Verona e Venezia. A Roma e Napoli, due associazioni stanno lavorando per costruirne altre due. Comuni a tutte, pur con diverse sfumature, sono due aspetti: il prestito senza garanzie patrimoniali, cardine della finanza alternativa, e l?erogazione di prestiti solo ai propri soci, che partecipano attivamente all?elaborazione delle scelte strategiche. Sono nate negli anni 80, quando in Italia nessuno parlava di microcredito, disegnando una proposta finanziaria fortemente caratterizzata come un?obiezione culturale al modello economico dominante. Tutte hanno visto la propria storia segnata da uno spartiacque: nel 1991 la legge italiana impose alle cooperative finanziarie una soglia minima di un miliardo di lire per continuare a operare, e tre anni dopo vietò anche la raccolta del risparmio dei soci in forma di deposito, permettendo di erogare finanziamenti solo attraverso il capitale sociale, uno strumento molto più limitato. Mag 4 Piemonte si è trasformata in Gruppo, nel quale le cooperative partecipate raccolgono il risparmio e lo ?trasformano? poi in capitale sociale: oggi è la realtà più grande in Italia, con oltre 10 milioni di euro di finanziamenti erogati e quasi mille soci. Ragguardevoli anche le dimensioni di Mag 6, attiva a Reggio Emilia dal 1988. I finanziamenti sfiorano i due milioni di euro, con una forte focalizzazione su sul commercio equo e solidale, ma anche bioedilizia, terapie naturali, turismo responsabile. Specializzata nella consulenza è invece Mag Verona, che a questo scopo ha creato la nuova unità Mag Servizi. Una tendenza degli ultimi anni comune a molte Mag è l?affiancamento all?attività puramente finanziaria di una serie di servizi integrativi. Merita attenzione, tra i tanti, la sperimentazione avviata a Milano da Mag 2 Finance del ?venture capital? etico, ovvero la partecipazione diretta al capitale di società impegnate in progetti di valore sociale. L?attività di microcredito è per molte Mag un fatto relativamente nuovo. L?attuale impostazione legislativa italiana non consente alle cooperative di finanziare singole persone: per farlo è necessario attivare meccanismi particolari, che alcune realtà hanno messo a punto anche per rispondere a una richiesta crescente. Un esempio è Mag Venezia, che ha siglato una convenzione con l?amministrazione comunale per superare l?ostacolo, un?idea che sta interessando un po? tutte le realtà sorelle. Info:MAG Venezia, tel. 041.5381479 www.magvenezia.it MAG Verona, tel. 045.573011, www.magverona.it MAG 2 Finance, tel. 02.6696355, www.mag2.it MAG 4 Piemonte, tel. 011.5217212, www.mag4.it MAG 6 Emilia tel. 0522.454832 www.mag6.it


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