Volontariato

Microcredito. Nasce Ritmi, la rete degli Yunus d’Italia. La grande alleanza dei piccoli prestiti

Una cabina di regia per far crescere un settore con grandi potenzialità ma ancora troppo frammentato. Obiettivo: "Rendere bancabili i non bancabili".

di Christian Benna

Crescono i piccoli Yunus d?Italia. E si alleano per diventare ancora più grandi. Si chiama Ritmi, rete italiana di micro finanza, l?associazione senza fine di lucro appena nata – e presentata ufficialmente martedì 26 febbraio a Bologna – che opererà su tutto il territorio nazionale per «rendere bancabili i non bancabili». Sulla scia del fondatore di Grameen Bank, il premio Nobel Muhammad Yunus, lavoreranno insieme, gomito a gomito, Mag Verona, Mag2, Microfinanza srl, Microprogress, Fondazione Santa Maria del Soccorso, Fondazione Mario Operti, MicroBo e Permico. Insomma tutte (o quasi) le principali organizzazioni di microcredito in Italia. In via di adesione ci sono anche Mag Roma e Fondazione Risorse Donne. E hanno espresso interesse per l?iniziativa pure Banca Etica, Oltreventure, Fondazione Cariplo e Fondazione Paideia. L?obiettivo dichiarato nella conferenza bolognese è «unire gli sforzi di un comparto vitale» che funziona ma fa fatica a decollare secondo le potenzialità e i bisogni dei ?non bancabili? italiani.Dal 2001 sono stati erogati 72 milioni di euro di piccoli prestiti a circa 8mila clienti. Un buon rodaggio, ma ora bisogna iniziare a pedalare. Tante le attività in cantiere, ma troppo frastagliate, polverizzate in piccole iniziative, spesso senza comunicazione l?una con l?altra. Di qui l?idea di dare vita a Ritmi, un?associazione in grado di fare lobby sulle istituzioni per semplificare la normativa che ancora ingabbia il microcredito, migliorare l?accesso ai fondi, svolgere corsi di formazione e condivisione di banca dati.

Cabina di regia
Un progetto ambizioso quello della neonata associazione, affidato alla guida di Daniele Ciravegna, vicepreside della facoltà di Economia a Torino, il professore che nel 2000 consegnò la laurea ad honorem al banchiere dei poveri Muhammed Yunus, ben sei anni prima del riconoscimento di Oslo. «Con questa iniziativa», dice Ciravegna, «cerchiamo di lanciare azioni comuni di microcredito sul territorio italiano. Serve una cabina di regia per sviluppare l?economia dei piccoli prestiti, che fino ad oggi è rimasta in ombra, relegata a poche meritevoli organizzazioni. Perciò Ritmi vuole colmare questo vuoto».Ciravegna è un economista del lavoro, promuove alcuni moduli di microfinanza nel suo corso di Economia dello sviluppo e vorrebbe riprendere l?esperienza di Bergamo, unico ateneo italiano con un master in microcredito, anche a Torino. «Sono arrivato al microcredito da studi sull?occupazione. Non certo un caso. Per creare lavoro il sistema dei piccoli finanziamenti è un volano incredibile. In Italia un quarto della popolazione non può accedere al credito. Ciò significa privare un pezzo della società della possibilità di rendersi autonoma, un freno allo sviluppo e all?impresa». Parteciperanno al consiglio di Ritmi: Andrea Limone (Permicro), Loredana Allegheri (Mag Verona) e Chiara Valentini (MicroBo) che ha assunto il ruolo di vicepresidente.

La rete europea del microcredito: Réseau Européen de la Microfinance


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