Volontariato
Microcredito. La nuova campagna dellazienda veneta. Benetton, cosa cè sotto il maglione
Il progetto "Africa works" sostiene la banca lanciata da Youssou NDour. Ma non è una partnership: "È il messaggio che ci interessa. Poi ognuno per la sua strada".
L’Africa lavora, Benetton appende i manifesti. È costata 10 milioni di euro la nuova campagna pubblicitaria del gruppo di Ponzano Veneto. Uomini e donne senegalesi in sandali che sorridono, schiena dritta e mani strette intorno a piccoli utensili da artigiani, contadini, pastori.La multinazionale di United Colors lega ancora una volta il suo messaggio-réclame alle tematiche sociali. Dopo Benetton for Kosovo e l?alleanza con il World Food Program, progetti scattati per ripulire l?immagine offuscata dallo scandalo sul lavoro minorile denunciato in una fabbrica subfornitrice in Turchia e l?annosa querelle sui diritti dei mapuche in Patagonia, l?azienda dei maglioncini colorati torna alla ribalta con Africa Works.Che non solo è uno spot positivo per il continente nero che produce, ma un?adesione ai valori dello strumento del microcredito. Infatti la campagna della Benetton si fa veicolo, e allo stesso tempo ci si aggrappa, al mondo in rapido sviluppo dei piccoli prestiti, alla cultura di una finanza responsabile che aiuta i poveri a diventare autonomi, imprenditori di microattività.
Ponzano – Dakar
La voce di questa iniziativa è Youssou N?Dour, il celebre cantante senegalese, tra le cento persone più influenti al mondo secondo il Time. Le facce le mettono i lavoratori africani. E il luogo è Dakar, dove nasce Birima, nome in omaggio agli antichi re dell?Africa dell?Ovest, una banca cooperativa che finanzierà chi non riesce ad ottenere credito. Di più è difficile saperne.
Paolo Landi, direttore Marketing e pubblicità di Benetton, parla di «una campagna di comunicazione per sensibilizzare le persone sul microcredito. La presenza di Youssou N?Dour è volano per il marchio Benetton ma anche per Birima, la banca da lui fondata».Portare il microcredito in Senegal non è come scavare un pozzo nel deserto. Secondo l?Apimec, la piattaforma dei professionisti della microfinanza in Senegal, ci sono 620 organizzazioni che operano nel settore, circa 3mila sportelli specializzati, 1.400 dipendenti e 200 miliardi di franchi Fca erogati negli ultimi quattro anni. Quattro milioni di senegalesi, un terzo del totale della popolazione, ha beneficiato almeno una vota di un piccolo prestito. Il mercato del microcredito è vivace in Senegal, dominato da 7 istituti, banche a matrice mutualistica e cooperativa, come il Crédit Mutuel, Remecu, Scep.
Il messaggio e lo sportello
Di Birima, tranne le note cantate nell?album Joka di Youssou, non si sa nulla. Non aiuta navigare sul sito internet della ?banca?: <a href=”http://www.birima.org” target=”_blank”>Birima</a>. Non esiste uno statuto, non c?è traccia delle cariche sociali né un numero di telefono. Non manca però la biografia di Youssou N?Dour. Scartabellando negli archivi online dei giornali locali si scopre solo che la banca dovrebbe partire con un capitale di 200 milioni di franchi fca, poco più di 300mila euro. Li mette Benetton? Questo l?azienda non lo dice, limitandosi a confermare la propria partecipazione alla banca con un contributo generoso .«È il messaggio che ci interessa», prosegue Landi, «poi Birima avrà la sua vita propria. Ma non ci coinvolge né ci sentiamo responsabili per le sue attività». Alessandro Benetton, vicepresidente esecutivo di Benetton Group, ha spiegato in una nota la convinta adesione all?iniziativa: «Abbiamo scelto di sostenere e promuovere questo importante progetto perché, più delle tradizionali azioni di solidarietà, è un concreto sostegno allo sviluppo della piccola imprenditoria locale, grazie ad efficaci finanziamenti di microcredito. È un progetto che, proprio perché basato su capacità imprenditoriali, impegno nel lavoro, ottimismo e interesse per il futuro, punta con forza a sostenere il nuovo volto dell?Africa».
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