Famiglia

Microcredito in Afghanistan. È il riscatto delle donne

La situazione dopo un anno e mezzo al conflitto.

di Carlo Gubitosa

Vi ricordate dell?Afghanistan? Non più tardi di un anno e mezzo fa eravamo lì con le nostre truppe per una delle nostre periodiche ?esportazioni di democrazia?. Oggi sono pochi quelli che si chiedono cosa ne è stato di quel popolo ?liberato?, e tra questi c’è Luca Lo Presti, il presidente della Fondazione Pangea onlus, che dal 1° maggio vive a Kabul scrivendo dei diari pubblicati dall’associazione Peacelink sul proprio sito web (Peacelink). Assieme all’Hawca – Humanitarian Association for Women and Children of Afghanistan, Pangea seguirà l’avvio di un progetto destinato a 100 donne, mendicanti e prostitute, che a partire dalle strade di Kabul inizieranno un percorso verso l’autonomia attraverso lo strumento del microcredito. I volontari internazionali presenti a Kabul descrivono file di donne sedute per terra a mendicare; a volte girovagano per la strada, seguono gli stranieri, chiedono ?bashish?, l?elemosina. Molto spesso sono costrette a prostituirsi per dar da mangiare ai loro figli. È a loro che si rivolge il progetto Jamila, che dopo un percorso di formazione sul microcredito e sui diritti umani darà a queste donne la possibilità di riprogettare la propria vita con cinque galline, o una macchina da cucire, o semi per l?orto. Dopo oltre vent?anni di guerra che hanno causato milioni di profughi, l?Afghanistan ricomincia a ripopolarsi, a partire da Kabul. Da aprile a luglio 2002 circa 2 milioni di persone sono rientrate, nella speranza di un futuro migliore. In soli quattro mesi la popolazione è passata da 1 a circa 3 milioni di abitanti. Di fronte a questo flusso di persone e alla conseguente emergenza umanitaria, le strutture militari non hanno saputo dare risposte soddisfacenti, e l’unica speranza è ancora una volta la presenza costruttiva e disarmata di volontari internazionali. “Non passa settimana senza che qualche neo governatore delle diverse regioni dell’Afghanistan non scateni scaramucce più o meno violente contro un vicino, vecchio signore della guerra tribale”, racconta Luca Lo Presti in uno dei suoi primi diari telematici. “Islamabad è tornata la capitale irreale e di rappresentanza di sempre, in cui il governo tenta di accentrare un potere che sente sfuggirsi di mano nelle regioni di confine”. Info: Fondazione Pangea onlus tel. 02.733202 – Fondaz Pangea Onlus


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