Economia
Microcredito, il boom della crisi
Il volume totale dei microcrediti erogati nel 2013 ha raggiunto quota 64.600.497 euro, una crescita importante dovuta alla crisi, ma che ancora appare «inadeguato rispetto agli indicatori di esclusione finanziaria»
di Redazione
Il volume totale dei microcrediti erogati nel 2013 ha raggiunto quota 64.600.497 euro (erano 25.142.356 nel 2012, ma appena 4.884.652 nel 2011). Un aumento che va di pari passo con quello del numero totale dei crediti erogati che è passato dagli 894 del 2011 ai 14.121 (2012) e 14.144 dello scorso anno. La rilevazione, che sarà presentata ufficialmente nelle prossime settimane e che vita.it ha potuto conblutare in anteprima, è contenuta all’interno del report dell’ Emn (European Microfinance Network), è firmata dalla Fondazione Giordano Dell’Amore per conto della Rete Italiana Microfinanza e non comprende le cifre relative alle erogazioni degli enti pubblici a causa della natura spuria (spesso più che di crediti si tratta di elargizione praticamente a fondo perduto) e discontinua.
Ma come si spiega questo boom? E quali sono i soggetti protagonisti del microcredito in Italia? Alla prima domanda Maria Cristina Negro, segretario generale della Fondazione Giordano Dell’Amore, risponde in due modi: «Da una parte il tasso di crescita si spiega con l’incremento dei dati raccolti in particolare per quanto concerne le attività di Federcasse-Bcc e Banca Etica), dall’altra con l’aumento delle richieste in particolare da parte di beneficiari italiani (in aumento rispetto alla “clientela” straniera), che ha coinciso con la crescita del microcredito sociale rispetto a quello imprenditoriale». «In questo quadro, però», precisa Negro, «occorre tener presente che il settore in Italia appare ancora altamente frammentato e inadeguato rispetto agli indicatori di esclusione finanziaria», questo perché, «all’introduzione del quadro normativo del decreto legislativo 141/2010 non è seguita l’approvazione dei regolamenti attuativi».
L’analisi della performance sociale disponibile per il settore italiano del microcredito ha mostrato – sostiene il documento – una forte attenzione rivolta alle categorie più svantaggiate (migranti, giovani e vittime d’usura) ma, al tempo stesso, una scarsa capacità a servire la clientela femminile . L’orientamento delle istituzioni di microcredito verso la “base della piramide” è confermato anche da altri fattori, come il valore medio attivo inferiore alla media europea e la prevalenza dell’offerta di servizi non finanziari.
Le persone escluse dal sistema finanziario tradizionale rimangono la principale categoria di beneficiari anche per il periodo 2012-2013, mentre le donne rimangono sotto-rappresentate in termini di valore dei crediti erogati annualmente dopo il picco raggiunto nel 2011 (57% dell’ammontare dei crediti).
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