Volontariato
Microcredito: care banche, tocca a voi.
Parla Giampiero Cantoni, già presidente di Bnl e oggi senatore di Forza Italia: "Il microcredito è anche unoccasione per farsi perdonare le nefandezze degli ultimi anni"
Giampiero Cantoni, imprenditore, ex presidente della Bnl, senatore di Forza Italia conosce bene ?da vicino? l?importanza del microcredito: «Ho cominciato la mia attività imprenditoriale», ricorda, «in un certo senso proprio grazie al microcredito, a un prestito sulla fiducia che nel 1964 mi fu accordato dalla Banca Popolare di Abbiategrasso». Ripone, quindi, molta fiducia nella circostanza che la decisione dell?Onu di dedicare il 2005 al microcredito sensibilizzi sempre di più le banche verso il fenomeno.
E&F: Senatore, ritiene che il maremoto che ha colpito il Sud-Est asiatico sarà subito un banco di prova per l?efficacia del microcredito?
Giampiero Cantoni: Sì, io ritengo che si rivelerà uno strumento assolutamente indispensabile, anche perché in questi territori l?economia è estremamente fragile e debole, così come sono fragili le case, le strutture aziendali, gli imprenditori, il più delle volte improvvisati. Dobbiamo considerare poi che moltissimi piccoli imprenditori, che sul posto gestivano ristoranti, piccoli alberghi, servizi di outsourcing, erano italiani che si erano impiantati lì anni fa e che per ricominciare hanno bisogno di un credito che potrà essere erogato solo sulla parola, non certo sugli asset o sugli immobili.
E&F: Secondo lei la politica può promuovere una maggior diffusione del microcredito?
Cantoni: Può fare poco se non limitarsi a dare dei segnali di strategia e di risveglio del principio di sussidiarietà, dove per sussidiarietà si deve intendere che il microcredito costituisce un supporto alle piccole imprese. La politica può dare solo dei segnali di ?attenzione? e sostegno. Sono le banche e le istituzioni finanziarie che devono avere quell?apertura mentale e capire che soprattutto Paesi come quelli del Sud-Est asiatico, ma anche quelli mediterranei più poveri, si possono risollevare se c?è un sistema bancario che giudica un?opportunità la possibilità degli start up aziendali.
E&F: Il microcredito ripropone con forza il tema del diritto all?accesso al credito. La politica cosa chiede al sistema finanziario affinché diventi sensibile a questo diritto?
Cantoni: Io non parlerei di diritto al credito ma di facilitazioni per consentire l?accesso al credito. E quindi andrebbero incrementati strumenti come la Confidi, come le agenzie che possano dare sostegno al sistema finanziario con tassi agevolati e incoraggiare il sistema bancario a offrire una quota della loro capacità di erogazione di credito alle micro imprese e ai microcrediti. Ci deve essere una volontà politica che potrebbe rivelarsi estremamente importante per gli amministratori delle banche che così si sentirebbero pungolati dalla politica.
E&F: Oggi nelle banche italiane lei scorge segnali di interesse per il microcredito?
Cantoni: In alcune banche sì. Io vedo, per esempio, segnali di apertura importanti in Banca Intesa, Unicredit, San Paolo di Torino. Ritengo, però, che il microcredito dovrebbe diventare una grande questione nazionale, soprattutto per il Sud.
E&F: Ma la politica che cosa può imparare dalle dinamiche del microcredito?
Cantoni: Niente, perché la politica è abbastanza ottusa.
E&F: Cosa le piacerebbe che si realizzasse durante questo anno dedicato al microcredito?
Cantoni: Che si diffonda nel sistema bancario una cultura che attualmente non c?è ancora per dare sostegno agli start up soprattutto dei giovani e delle cooperative di giovani che iniziano la loro attività. Mi auguro che questa sussidiarietà finanziaria serva al sistema bancario stesso, il quale si deve far perdonare grandi nefandezze come Cirio e Parmalat. In questo modo ?redimersi? aiutando chi ha voglia di lavorare e di intraprendere.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.