Cultura

Microcar, killer per ragazzi viziati

di Redazione

Merano. L’Italia giovane geologicamente ma anche l’Italia delle frane improvvise, delle continue tragedie annunciate. Questa volta è bastato un impianto di irrigazione che ha infiltrato una collina dove si coltivavano le mele, sopra una linea ferroviaria regionale. È accaduto nel Nord operoso fra Castelbello e Laces, vicino a Merano, in Trentino Alto Adige. Il fiume di fango ha investito e fatto deragliare il treno sulla linea chiusa dalle Ferrovie dello Stato nel 1990 e riaperta nel 2005 dalla Provincia autonoma di Bolzano. Bilancio terrificante: 9 morti e 28 feriti. I geologi parlano di frana di superficie, causata da infiltrazioni di acqua. Ma era una superficie vasta, di 10-15 metri, che ha provocato un vero disastro. Non è ancora chiaro se l’acqua provenga da un’irrigazione esagerata o addirittura guasta. Oppure se sia il risultato dell’ultima ondata di maltempo, anche nel caso dell’ultima perturbazione molto violenta.
Napoli. Sviluppi degni di nota al processo napoletano su Calciopoli, alla nona sezione del Tribunale di Napoli, dove è imputato Luciano Moggi. Com’è noto la giustizia sportiva agì subito quattro anni fa, nell’estate del 2006, retrocedendo la Juventus in serie B e assegnando uno scudetto all’Inter. La difesa di Moggi ha ora riacceso l’interesse dei mass media sul processo penale, perché ha chiesto l’acquisizione di 75 telefonate che non erano per ora entrate nei fascicoli del processo. I legali dell’ex juventino le hanno tirate fuori dalle 171mila telefonate messe a disposizione dei magistrati. Ci sono telefonate di dirigenti dell’Inter mai pubblicate quattro anni fa. La circostanza fa riflettere perché quella prima giustizia sportiva fu fatta sommariamente soprattutto sulla base delle notizie stampa e degli atti scelti dall’accusa. Notizie e atti che tennero ben fuori l’Inter e i suoi dirigenti.
Roma. Le “macchinette” nella capitale sono un fenomeno raccapricciante: è l’unica città d’Europa dove circolano microcar guidate da quattordicenni. Vengono pagate dai genitori cifre salate, più di una Panda, e vengono vendute con un limite di velocità di 45 km all’ora, taroccabile facilmente con piccoli accorgimenti meccanici. A Roma in un week end sono morti due adolescenti. Una ragazza di 15 anni si è schiantata contro un bus di turisti in un frontale, un altro 17enne, nipote di Amintore Fanfani, ha trovato la morte uscendo di strada, sempre a bordo di una macchinetta. Ma perché non vengono regolamentate diversamente? Perché non si controllano i giovanissimi al volante? Perché i genitori viziano i figli con queste trappole mortali, fatte di plastica?

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