Mi sono perso 1caffè. Ora, direte voi, come si fa a perdersi un caffè? Nel mio sempre aggiornatissimo excel (immaginario,ma tremendamente veritiero) intitolato “Delle cose perse e altre sbadataggini” sono già tante le tabelle riempite: un numero di volte attualmente vicino all’infinito per quanto riguarda occhiali, tessere dell’autobus, cuffiette, penne, maglie. In costante crescita il numero di penne, matite, taccuini e chiavette usb. Mai però mi ero perso un caffè e invece mi sono accorto che a perdersi 1caffè vuol dire perdercisi tante cose buone che ci sono dentro.
Mi sono perso un #blogtrip e un #BlogForCare (che si è inventato Mattia e di cui avevamo già parlato su questo blog). Mi sono perso la mattina con sveglia presto per prendere la metro e la linea gialla della banchina che ogni giorno varia verso il nero. Alla fermata mi sono perso: “Allora mo’ Pirlo è un fenomeno e Candreva che fa pure lui il cucchiaio no?”(era il giorno dopo Italia-Spagna, persa ai rigori). Poi alla stazione mi sono perso i trolley sempre in mezzo ai piedi, che poi era venerdì e il quinto giorno il dio dei turisti ha moltiplicato i trolley e gli zaini sformati da quanto sono gonfi.
Mi sono perso l’arrivo a Torino in Piazza della Repubblica all’angolo con Corso Giulio Cesare e, finalmente, chiacchierare di Africa e cooperazione con Donata, conoscere dal vivo Riccardo, capire chi c’è dentro o dietro o intorno a Tazzina di caffè, rubare una bella maglia @mattiamarasco
E poi mi sono perso una bella tavolata e la “tempesta di cervelli” che c’era intorno. Mi sono perso la possibilità di capire dal vivo come funziona una onlus digitale, o se davvero piccoli doni possono aiutare a risolvere grandi problemi, se davvero basta solo un caffè per attirare l’attenzione su una campagna. Mi sono perso qualche tweet da condividere in diretta con Francesca e Luca. Capire se e quanto le onlus o le ONG nostrane, in un momento di transizione dei modelli organizzativi e di fundraising, accoglieranno e saranno capaci di destreggiarsi anche con il mobile payment e crowdfounding. Mi sono perso la big question: perché le persone non donano online? Mi sono perso la possibilità di inventare qualcosa insieme ad Alessandra e Giulia.
Poi mi sono perso un caffè vero, i saluti con tutti i blogger e i discorsi in stazione: “Ma a Tevez un mercenario come quello mica gli si può dare il dieci!”. E poi il ritorno a casa, la voglia di scrivere subito un post di pancia sul treno, il terrore di scrivere un post di pancia sul treno, riprendere la metro, calpestare i trolley ancora sempre in mezzo ai piedi, aggiornare il file excel “Delle cose perse e altre sbadataggini” con la perdita di qualche cavetto, ringraziare Mattia via sms per il caffè, guardare le foto scattate tutti insieme… Insomma mi sono perso un #blogforcare e 1caffe che Mattia Marasco dice che è stata una giornata incredibile. Guardate anche voi (qui o qui) cosa ci si perde quando si perde 1caffè
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.