Famiglia

Mi sono comperato un pezzo di mare

di Redazione

Pietro: «Questo è il mio mare, vai via!»

Che bello è quando compri un pezzo di mare? È fantastico perché la sabbia che sta sotto, tutti i pesci, i sassi e le conchiglie sono tuoi, anche un’infinità di acqua diventa tua. Quando fai il bagno lo fai cavalcando le tue onde, sollevando la tua sabbia, osservando i tuoi pesci come se fossi uno di loro.
Il tuo pezzo di mare di solito è felice di stare con te, perché tu gli fai fare quello che vuole e poi quando fai il bagno lui si diverte a vederti sguazzare così libero e senza pensieri. Puoi tenerti qualche conchiglia sul cuscino per ascoltare il rumore delle tue onde prima di addormentarti, o preparare qualche polpetta di sabbia da tenere su un piatto in sala da pranzo per ricordarti che anche la sabbia è tua.
Puoi anche portare degli amici, quelli che però sei sicuro rispettino le regole della felicità del mare perché quando un pezzo di mare diventa tuo nel contratto c’è scritto che deve essere contento di esserlo. In pratica quando compri un pezzo di mare, prendi un pezzo di gioia da tutte le gocce che riesci a divertire e quelle che non riesci devono essere vendute a qualcun altro.
I guai nascono quando devi lasciare il tuo pezzo di mare: a chi lasciarlo? Ai figli? A un amico? A un’associazione? A certe gocce può andare bene, ma ad altre no, perché le gocce del mare il più delle volte non ne capiscono il motivo, non sanno farsene una ragione se non quella che prima di lasciarle tu faccia un lungo bagno, ma proprio lunghissimo, così da scioglierti e diventare una di loro.
Ecco perché alla fine del contratto d’acquisto del tuo pezzo di mare c’è scritto: «Dopo un periodo, che non si sa bene quanto lungo, il pezzo di mare in questione si impegna a comprare il suo compratore e a renderlo felice a sua volta».


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