Politica

Mi presento: sono l’alternativa

«Capacità di attrarre investimenti, alta tecnologia, qualità della vita: basta piagnistei, il futuro è qui»

di Christian Benna

«Un modello di sviluppo per Torino c?è già. Ed è la forza di un territorio che ha maturato competenze e tecnologie d?eccellenza». Parola di Luca Majocchi, 46 anni, amministratore delegato di Seat Pagine Gialle, la multinazionale di prodotti editoriali, dalla guida telefonica ai servizi call center di Telegate, che nel capoluogo piemontese ha la sua sede storica. Proprio nella provincia subalpina, oltre che in quelle di Milano, Roma e Napoli, il gruppo Seat ha lanciato Wivo il mio quartiere, un?iniziativa destinata alle scuole per sensibilizzare i giovani alla riscoperta della propria zona e al senso di comunità.

Vita: Cosa significa fare business in una città come Torino? Autorevoli commentatori hanno puntato il dito contro un clima soffocante di un?area che troppo a lungo è stata legata a doppio filo a una sola industria. Qual è la sua esperienza?
Luca Majocchi: La mia visione è da esterno alle dinamiche cittadine. Da manager cresciuto altrove, a Milano e in ambienti internazionali, posso solo dire che il panorama non è così nero come a volte lo si dipinge. Tutt?altro. È vero che Torino sta attraversando un periodo di profonda trasformazione, ma dalla sua parte ha centri d?eccellenza nella meccanica, nell?aerospaziale, nell?informatica e nei media, dove si colloca Seat. Settori in cui le prospettive di crescita sono ottime.

Vita: Quindi non ha avvertito il ?muro sabaudo?, una rete di poteri consolidati che respingono i nuovi arrivati? Recentemente Enrico Salza, il presidente del San Paolo-Imi, riferendosi all?impero Fiat ha detto che il Lingotto «deve smetterla di comportarsi come principe rinascimentale»…
Majocchi: Certo la Mole ha una storia particolare, di stampo quasi militare. I suoi abitanti sono abituati ad avere una guida, un punto di riferimento costante che oggi non c?è più. Cambiano gli equilibri e il carattere della città sta cambiando. E lo dovrà fare per forza. Le grandi città europee si fanno concorrenza a vicenda, per capacità di attrarre investimenti, per spessore tecnologico e anche per qualità della vita. E sono tutte qualità che Torino ha e deve solo riscoprire.

Vita: Resta però difficile attirare nuovi capitali, sia dall?estero che da altre regioni italiane. Il timore diffuso è che dopo l?Olimpiade il futuro della città sia quello di succursale di Milano?
Majocchi: Credo che la città abbia tutte le carte in regola per essere competitiva. E presto il collegamento ad alta velocità Torino – Milano sarà operativo. In quaranta minuti si potrà percorrere l?intera tratta. Non ci sarà nessuna ragione per migrare in cerca di lavoro. Anzi, forse saranno molti i milanesi che sceglieranno Torino per abitare.

Vita: Dopo la fusione Telecom – Tim la sede legale del gruppo è finita però a Milano. L?ennesimo ?scippo? per molti torinesi che vedono perdere i pezzi pregiati del proprio tessuto economico. Dal cinema alla moda, alla televisione, tutte vestigia del passato. Anche Seat sposterà il suo quartier generale?
Majocchi: No, assolutamente. Per il nostro business Torino è una città ideale, da dove vogliamo costruire il nostro futuro. Per noi il rapporto con il territorio è fondamentale.

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