Welfare
Mezzogiorno: rischio criminalità ancora alto
E' quanto emerge da un convegno svoltosi oggi all'Università Bocconi
Oggi l?allarme criminalità, in Italia, è tutt?altro che superato e le due regioni del Sud tradizionalmente considerate isole felici, Molise e Basilicata, presentano, invece, rischi analoghi a quelli del resto del Mezzogiorno.
La vulnerabilità economico-finanziaria di un?area geografica alla diffusione della criminalità organizzata va misurata, infatti, non in termini assoluti, ma pesando la ricorrenza di alcuni fenomeni criminali rispetto alle dimensioni economiche e demografiche dell?area.
Lo ha mostrato questa mattina Donato Masciandaro del Centro di economia monetaria e finanziaria ?Paolo Baffi? dell?Università Bocconi, nel corso del convegno Finanza internazionale, criminalità organizzata e terrorismo: i presidi del mercato e delle istituzioni, commentando i risultati di un esperimento metodologico svolto da Lucia Della Pellegrina in un capitolo di Crimine & Soldi. Primo Rapporto DNA DIA Bocconi su criminalità e finanza in Italia (a cura di Donato Masciandaro, Milano, EGEA, 2002, pp. 217).
Il lavoro si conclude proponendo una suddivisione delle regioni italiane in tre fasce di rischio. Fanno parte della fascia di rischio maggiore Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La fascia intermedia è composta da Valle d?Aosta, Liguria, Toscana, Marche e Lazio. Le regioni meno rischiose risultano essere Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e Umbria. La ricerca considera la vulnerabilità economico-finanziaria come prodotto di tre diversi rischi: di accumulazione di capitali nell?economia criminale; di riciclaggio dei proventi così ottenuti; di reimpiego nell?economia legale del denaro ripulito. I rischi vengono misurati attraverso un rapporto di anomalia, che misura l?eccezionalità della diffusione di determinati fenomeni rispetto alle dimensioni economiche e demografiche della regione.
Il rischio di accumulazione di capitali in attività illecite dipende dall?eccezionalità della diffusione dei fenomeni criminali, mentre gli altri due rischi sono misurati attraverso rapporti indiretti di anomalia. Il rischio di riciclaggio dipende dalla fragilità del tessuto bancario e finanziario e perciò dall?eccezionalità di alcuni indicatori come la diffusione di sportelli bancari; il rischio di reimpiego dipende dalla fragilità del tessuto imprenditoriale e perciò dall?eccezionalità di alcuni indicatori correlati al sistema delle imprese, al mercato del lavoro e all?efficienza della giustizia. Alcuni degli indicatori necessari a misurare il rischio di reimpiego risultano, però, di dubbia qualità scientifica e, in questo primo, provvisorio ranking delle regioni, si è perciò preferito utilizzare soltanto il prodotto del rischio di accumulazione e di riciclaggio.
L?indicatore globale di rischio criminalità
Regione/ Indicatore/Fascia di rischio
Trentino-Alto Adige/ 0,0186/ A
Emilia-Romagna/0,1025/A
Lombardia/ 0,1316/ A
Friuli-Venezia Giulia/ 0,343/ A
Umbria/ 0,3498 /A
Piemonte/ 0,4813/ A
Veneto/ 0,5105/ A
Toscana/ 0,6229/AA
Marche/0,851/AA
Liguria/ 1,3739/AA
Valle d?Aosta/1,424/AA
Lazio/ 3,2446/ AA
Molise/ 4,0609/ AAA
Abruzzo/ 4,1388/ AAA
Sardegna/ 4,2572/ AAA
Puglia/ 6,3781/ AAA
Basilicata / 6,6872/ AAA
Campania/ 6,7767/ AAA
Sicilia/ 7,8901/ AAA
Calabria/ 11,081/ AAA
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