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Metto in comune la sete di verit

Iniziativa di Maria Fida Moro: la figlia del leader Dc, oggi nel Partito radicale, fonda un’associazione «contro ogni finzione»

di Gabriella Meroni

Sono passati quasi trent?anni, ma per lei è come se fosse ieri. «La ferita brucia», dice Maria Fida Moro, figlia del leader democristiano assassinato dalle Br nel 78. «Specialmente quando la cospargono di sale».

Il che è successo recentemente, prima di Natale, quando Canale 5 ha annunciato la messa in onda in primavera di una fiction sul sequestro Moro la cui sceneggiatura si baserebbe su testi di Maria Laura Braghetti e di altri brigatisti e su conversazioni avute con Francesco Cossiga.

Maria Fida non ci sta, prende carta e penna («anzi, compongo a fatica un?email: non ho il computer e non lo uso, per scelta») e scrive al blog di Beppe Grillo per protestare. In poco tempo riceve migliaia di messaggi di solidarietà e si rende conto di non essere sola nella propria ricerca della verità. «È lì che ho deciso di dar vita, col Partito radicale, a un?associazione che si è costituita il 17 febbraio», ci racconta. «Si chiama ?Sete di verità – che attraversa le nostre vite? e si propone di affrontare le verità negate del caso Moro, ma non solo». Cioè? «Vogliamo smascherare gli episodi quotidiani di finzione e informazione non veritiera, di disattenzioni delle istituzioni, di impossibilità per le vittime e per gli ultimi di avere ascolto. La verità non è un bene accessorio, ma universale; è un?aspirazione presente in ogni cuore. Senza verità non possono esistere armonia e pace». Con Maria Fida Moro, per la prima volta in un ruolo pubblico, anche il figlio Luca, più volte citato nelle lettere del nonno dalla prigionia. E proprio l?immagine di Aldo Moro campeggia nel logo, ancora provvisorio ma significativo, della nuova formazione.

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