Politica

Metti Confucio alle Nazioni Unite

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

Quando prevale l?ordine perfetto, il mondo è come una casa condivisa da tutti. Gli uomini virtuosi e degni sono eletti alle cariche pubbliche, e gli uomini davvero capaci occupano i posti vantaggiosi nella società; la pace e la fiducia tra tutti gli uomini rappresentano il massimo nella vita. Tutti gli uomini amano e rispettano i propri genitori e figli, così come i genitori e i figli degli altri. Ci sono cure per gli anziani, lavoro per gli adulti, nutrimento e istruzione per i bambini. Ci sono mezzi di sostegno per i vedovi, per tutti quelli che sono soli al mondo e per i disabili. Ogni essere umano ha un suo ruolo preciso. A prima vista questo brano può sembrare uno dei tanti e conosciuti pezzi sull?utopia, dal secondo libro della Comunicazione di Raphael Hythloday, che definiva il miglior Stato possibile della comunità umana e conteneva la descrizione per filo e per segno di Utopia, l?isola perfetta dove tutte le relazioni inter-umane sarebbero state organizzate in modo privo di qualunque errore, ingiustizia o omissione amministrativa. Ma non lo è. Il brano citato viene invece da molto più lontano. È preso dal Libro Nono dell?Estratto dei Riti scritto dal maestro cinese di scuola Kong Zi, generalmente conosciuto con il nome latinizzato di Confucio (559-479 a.C.). Cosa significò quella posizione per l?Oriente ? Nel 931 d.C. c?erano 860 dottori laureati e certificati che praticavano la medicina moderna a Bagdad, pagati dallo Stato per promuovere la salute pubblica. Quei medici erano uno dei risultati delle ricerche della Baitul Hikmah o Salone della Sapienza, creato dal Sultano Al-Makmum, come Accademia delle scienze, un osservatorio astronomico, una libreria pubblica. L?Accademia aveva ricevuto l?ordine di cercare la saggezza del bene pubblico “fino in Cina”, che significava fino ai confini della Terra, perché la Cina era allora la terra conosciuta più lontana. Certo le scuole moderne di buona amministrazione e buon governo hanno aggiunto a queste righe fondamentali altri milioni di pagine per illustrare il buon governo della cosa pubblica. Ma forse per brevità e semplicità a un buon amministratore e politico moderno – in Oriente o in Occidente – ancora oggi basterebbe applicare il vecchissimo insegnamento del maestro Confucio. A me, più che i nove volumi del manuale di pratiche di buona amministrazione del sistema delle Nazioni Unite per cui lavoro, è risultato molto più semplice applicare tutti i giorni e in tutti i contesti due Comandamenti di Dio imparati al catechismo quando avevo sei anni: non rubare e non dir falsa testimonianza.

Sandro Calvani è un dirigente delle Nazioni Unite. Vive e lavora a Bangkok, Thailandia. Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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