Famiglia

Mettersi insieme per non perdere tutto

Il senso della convocazione promossa da «Vita» alla vigilia della riforma

di Redazione

Nessuna fra le proposte sul tappeto istituisce una soglia minima annuale di volontariNon ci stanno a fare la fine dei polli di Renzo, che si beccavano prima che gli venisse tirato il collo. Anche per questo gli enti del servizio civile hanno accettato la nostra proposta di mettersi intorno a un tavolo, quello della redazione centrale di Milano, per guardarsi in faccia e definire (o almeno incominciare a farlo) un’agenda comune. In queste settimane di vigilia elettorale, la politica, come mai prima d’ora, si è appropriata del dibattito della riforma della legge 64. Ne sono usciti tre testi in competizione fra loro: le proposte Rivolta (Lega) e Farinone (Pd) che presto saranno calendarizzate alla Camera, e il testo Giovanardi (Pdl) licenziato dal Consiglio dei ministri e già incardinato al Senato. Facile notare – per esempio – come in nessuno dei testi compaia l’indicazione di una soglia minima di volontari da avviare annualmente. E nessuno dei tre proponenti, d’altra parte, si è mai sbilanciato nel chiedere uno stanziamento adeguato alla domanda di servizio civile che in questo Paese continua a essere alta. La sensazione è che la politica da sola non sarà in grado di smuoversi dalla polemica fra centralismo e regionalismo che ha caratterizzato questi mesi. E se così fosse il servizio civile non solo non avrà una nuova “costituzione”, ma addirittura rischierà l’estinzione. Da qui la necessità di ricompattare il fronte degli enti, pubblici e privati, che sul servizio civile investono in prima persona. Non sorprenda dunque che nella nostra redazione i promotori dei due appelli promossi dalla società civile («Dare un futuro al servizio civile» e «Per la rinascita del servizio civile») si siano riconosciuti dalla stessa parte della barricata.


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