Mondo
Messico, un rapimento ogni quattro ore
Nel paese centroamericano secondo le stime delle ong quest'anno spariranno oltre 7000 persone, di cui almeno il 14 per cento non farà più ritorno a casa. Ma queste sono solo le cifre ufficiali. Si teme che nove rapimenti su dieci non vengano neppure denunciati
Ogni quattro ore una persona viene rapita in Messico, e il 14 per cento dei sequestrati non fa mai più ritorno a casa. Una situazione che si aggrava di giorno in giorno, secondo le cifre ufficiali, dato che in aprile il numero dei rapiti ha toccato la cifra record di 138 contro i 128 di marzo. Se si continuerà con questo ritmo – calcola l'associazione Alto al Secuestro, che ha pubblicato i numeri in un report – il 2015 si chiuderà con 7000 persone sequestrate in tutto il paese.
La presidente della ong, Isabel Miranda de Wallace, ha inoltre dichiarato che le cifre diffuse si riferiscono ai rapimenti denunciati, che sembrano essere solo la punta dell'iceberg: secondo la polizia, infatti, nove casi su dieci non vengono denunciati, e oltretutto ben 8 stati sui 31 che compongono il Messico si sono rifiutati di fornire informazioni all'associazione su quanti abitanti spariscano ogni anno. Addirittura lo stato di Michoacán ha risposto di non tenere neppure il conto dei sequestri.
Non basta. «Molte vittime dei rapimenti non fanno più ritorno», ha sottolineato Miranda, «anche quando la famiglia paga il riscatto. Eppure stranamente questi casi non vengono registrati dalle autorità». Non mancano neppure rapimenti di massa, come il caso dei 43 studenti dell'Ayotzinapa College nello stato di Guerrero, rapiti e in seguito assassinati da esponenti del locale cartello della droga.
Il governo fa quello che può per contrastare il fenomeno, ma finora senza ottenere significativi successi. Anche la recente autorità per i Diritti Umani e la prevenzione del Crimine, istituita proprio per creare un database dei sequestri e investigare sui casi più clamorosi, ha visto le dimissioni della presidente Eliana García per «motivi personali». Il nuovo incaricato, avvocato Eber Omar Betanzos Torres, dovrà scegliere se muoversi concretamente per rispondere ai tanti appelli delle organizzazioni pro diritti umani – da Amnesty International a Human Rights Watch – che da tempo chiedono azioni efficaci contro questo allarmante fenomeno.
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