Mondo

Messico, Marcos striglia l’America Latina

Apparso in uno dei suoi rari incontri pubblici, il "subcomandante" zapatista chiama il continente a ribellarsi alla sottomissione e critica i media per il loro sguardo complice

di Daniele Biella

Il subcomandante Marcos, leader dell’Ezln, Esercito zapatista di liberazione nazionale, torna in pubblico nel suo paese, il Messico, e lo fa spendendo toni accesi sulla situazione attuale di tutto il continente latinoamericano.

L’occasione era un dibattito pubblico all’Università di Antropologia di Città del Messico. “Bisogna rialzarsi”, ha detto Marcos riferendo il proprio discorso a tutte le forze progressiste del continente, “ribellandosi a chi ci sottomette e smettendo di avere relazioni con chi ci danneggia. Non si può aspettare che arrivino chissà quali redentori”.

Ulteriori parole in modo altrettanto energico sono state spese contro que mezzi di comunicazione di massa che creano un’immagine dell’America Latina “del tutto falsa, fatta di sguardi ipocriti che giudicano e condannano allo stesso tempo”.

Il leader zapatista non risparmia gli esempi: “Questi signori (i mass media, ndr) qualificano il presidente brasiliano Lula Da Silva come ‘bonaccione’ e quello boliviano Morales come ‘calciatore da strapazzo’, senza degnarsi di prestare attenzione ai popoli che rappresentano, che stanno costruendo il loro futuro”.

Marcos e l’Ezln sono impegnati da due anni nella “Altra campagna”, iniziativa di carattere nonviolento e di democrazia dal basso che ha segnato una svolta radicale nell’atteggiamento degli zapatisti nei confronti del resto della popolazione messicana. Nonostante la scelta di rifiutare ogni tipo di violenza e di cercare una soluzione pacifica al conflitto silente in atto con il Governo sulla propria autodeterminazione, sono ancora assidue le rappresaglie dell’esercito regolare che brucia i villaggi dei contadini zapatisti cercando di far perdere consensi al movimento.

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