Welfare

Messico, a Oaxaca porta chiusa anche per Amnesty

Fallisce la mediazione del Segretario generale di Amnesty International con il Governatore di Oaxaca, accusato di violazioni di diritti umani. "Amnesty è parziale", la controaccusa.

di Daniele Biella

Scontro frontale. Ci ha tentato anche Amnesty International, con una visita in loco del suo Segretario generale, a far ragionare Ulises Ruiz Ortiz, il Governatore dello Stato messicano di Oaxaca al centro di accuse per violazioni di diritti umani della sua gente. Ma niente, Uro (come viene chiamato dai messicani unendo le sue iniziali) ha sbattuto la porta in faccia anche ad Amnesty. Anzi, ha fatto peggio: “La sua organizzazione è parziale, e si è fatta scrivere il rapporto di denuncia dai miei detrattori”, ha detto Uro a Irene Khan, Segretario generale di Amnesty International, nella mezz’ora di colloquio diretto che i due hanno tenuto a Oaxaca.

E dire che i fatti accaduti a Oaxaca tra giugno 2006 e aprile 2007 hanno fatto il giro del mondo, la brutalità della repressione della polizia ai maestri in sciopero per un aumento di salario e migliori condizioni di vita è stata ripresa in diretta. Scuole chiuse, manifestazioni, appelli, mesi di “occupazione nonviolenta” della città non hanno però convinto il Governatore a dare le sue dimissioni, come chiedono insistentemente tutte le ong del paese, in particolare la Appo, Assemblea dei popoli di Oaxaca, ente di riferimento per i maestri e gli organismi di tutela dei diritti civili.

Proprio quando lo Stato di Oaxaca è in periodo di elezioni (che si sono tenute ieri e, complice l’alto astensionismo, hanno riconfermato il Pri, Partito rivoluzionario istituzionale, clientelare e conservatore partito di Uro), l’arrivo di Amnesty sul “suo” territorio ha innervosito il Governatore che ha quindi reagito denigrando il rapporto dell’ong sulle decine di feriti e alcune morti oscure (legate con ogni probabilità all’opera clandestina di agenti in borghese) di maestri e simpatizzanti della Appo e del reporter freelance nordamericano Bradley Roland Will, ucciso il 26 ottobre 2006 da una pallottola vagante durante una manifestazione di piazza.

Amnesty International, che si era definita per bocca del suo Segretario “scandalizzata per quanto è successo e continua a succedere a Oaxaca, Stato della Repubblica del Messico”, incassa il colpo ma non cede. In questi giorni Khan ha incontrato i maggiori esponenti della società civile a livello locale e nazionale, proseguendo nell’opera di pressione e sensibilizzazione per la quale Amnesty è riconosciuta da decenni a livello mondiale, tanto da valerle, nel 1977, l’assegnazione del premio Nobel per la pace.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.