Cultura

Messaggio del Vaticano per la fine del Ramadan

Come ogni anno il Pontificio consiglio per il dialogo fra le religioni ha indirizzato un messaggio ai musulmani per la fine del Ramadan

di Emanuela Citterio

Si intitola “Promuovere i valori umani in un?era tecnologica”. E’ il messaggio per i musulmani alla fine del Ramadan del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, firmato dal Cardinale Francis Arinze.
Ecco il testo del messaggio: ?Cari amici musulmani, Vi scrivo di nuovo quest?anno in occasione della fine del Ramadan, per dirvi che condivido la vostra gioia di aver portato a termine il digiuno e di festeggiare ora ?Id al-Fitr. Vi rivolgo questo messaggio come un segno di stima e di amicizia da parte della Chiesa cattolica. Sono numerosi coloro che fra i musulmani ci scrivono in risposta a questo messaggio annuale per manifestarci la loro gratitudine, ma anche al fine di esprimere il loro punto di vista sulle riflessioni proposte. Siamo certi che le reazioni positive non si limitano solo a quelle che ci vengono inviate, ma potrebbero verificarsi anche in molte situazioni locali dove musulmani e cristiani vivono e lavorano insieme. Nell?indirizzarmi a voi nel momento in cui concludete questo periodo durante il quale avete compiuto una tappa religiosa specifica per avvicinarvi all?Altissimo, non posso dimenticare, innanzi tutto, i drammatici avvenimenti che conosce il nostro mondo, avvenimenti che toccano in maniera particolare i cuori dei credenti delle religioni monoteiste. I fedeli che adorano il Dio unico sono chiamati ad essere nel mondo artefici di una civiltà fondata sui valori imperituri della pace e della giustizia, dell?unità e dell?amore, del dialogo e della libertà, della cooperazione e della fraternità, fra le persone e fra i popoli. Possano i gesti di solidarietà e di fraternità fra i credenti e gli uomini di buona volontà condurre la società su nuove vie, nel rispetto e nella promozione dei valori umani! Quest?anno, è precisamente il tema dei valori umani e della loro promozione in un?era segnata da un grande progresso tecnologico che vorrei affrontare con voi. Noi in effetti viviamo sotto l?egida di un?era della tecnologia, e ciò in tutti i campi: trasporti, comunicazioni, informazione, medicina, genetica, ecc. I progressi tecnologici trasformano sempre più la faccia della terra e permettono all?uomo di lanciarsi alla conquista dello spazio. Ma il campo allo stesso tempo più appassionante e più contestato della tecnologia è quello che riguarda l?essere umano, poiché con il suo aiuto gli uomini si sforzano di penetrarne tutti i misteri, in special modo nell?ambito genetico, a rischio di mettere a repentaglio la stessa vita umana ed il rispetto che le è dovuto. Un altro ambito è quello della tecnologia informatica che permette una comunicazione vasta e rapida attraverso Internet. Non possiamo che lodare il Creatore per il genio umano che ha prodotto questi mezzi di informazione, di conoscenza e di comunicazione. Ma, anche qui, molto dipende dall?uso che l?uomo fa di questi mezzi. La Bibbia parla dell?essere umano che fa l?esperienza della tentazione e del peccato. Il suo cuore è incline all?orgoglio, alla durezza, alla doppiezza (cf. Proverbi 21, 4; Giobbe 41, 16; Salmo 11, 3). I rapporti fra gli uomini non possono non risentire di questa situazione. La meditazione coranica sull?uomo ci ricorda, anch?essa, che questi è sempre tentato di mettersi al centro, dimenticando Colui che lo ha creato. L?uomo è portato all?ingiustizia, all?incredulità (cf. Corano 14, 34), mentre in realtà il suo stesso bene si trova nella sottomissione alla volontà di Dio. Di fronte alle luci ed alle ombre del nostro mondo, di cui fanno parte le sfide tecnologiche, il Concilio Vaticano II afferma: “Stando così le cose, il mondo d?oggi si presenta a un tempo potente e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell?odio. Inoltre l?uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli” (Gaudium et spes n. 9, § 4). Che cosa possiamo fare noi, cristiani e musulmani, insieme con i credenti delle altre religioni e con le persone di buona volontà, per assicurare un buon utilizzo di questi nuovi mezzi? Non possiamo forse lavorare insieme per proteggere i grandi valori umani, minacciati da un mondo in continuo mutamento? Si tratta innanzitutto del diritto alla vita, che è da difendere dal concepimento fino alla morte naturale. La vita infatti viene da Dio ed è a Lui che deve ritornare, quando Lui vorrà. E? un dono preziosissimo di Dio, condizione degli altri doni divini. C?è poi la dignità della persona umana ed i diritti che ne derivano, che noi dobbiamo promuovere per tutti. La giustizia sociale, la pace e la libertà sono anche valori preminenti, necessari ad una vita degna dell?uomo, una vita che renda gloria a Dio che l?ha creata. Come proteggere e promuovere insieme questi valori in un?era tecnologica? Prima di tutto con il dialogo, che è per sua natura uno scambio aperto e amichevole. Questo dialogo, che dovrà vertere essenzialmente sulle dimensioni etiche delle nuove scoperte, porterà naturalmente ad una collaborazione nei campi precedentemente ricordati. Così il nostro dialogo e la nostra collaborazione dovranno essere vissuti a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale e mondiale. Tutti e tutte sono chiamati a contribuirvi, ciascuno secondo le proprie responsabilità e capacità. L?azione comune alla quale noi siamo invitati concerne l?umanità intera, considerata come una grande famiglia, che ha in Dio la sua origine ed il suo termine. Di conseguenza, il riferimento a Dio e la ricerca costante della sua volontà sono di un?importanza fondamentale nei nostri sforzi per promuovere i valori umani. Con l?espressione dei miei auguri per una vita serena e prospera?.

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