Volontariato

Messaggi elettorali. E’ polemica sugli sms del governo

A tutti gli italiani arriva un sms che li invita a votare, l'opposizione attacca, la gente protesta.

di Ettore Colombo

Ultimo giorno di campagna elettorale, ultimo giorno di follia. Oggi milioni di italiani si sono ritrovati un sms sul cellulare che li invitava ad andare a votare. L’opposizione è insorta: si fanno propaganda con i soldi dei cittadini. In effetti, la correttezza dell’operazione è dubbia: votare è un diritto, non un dovere, perché il governo dovrebber ricordarcelo? solo per fare la gioia degli operatori di telefonia mobile? o per paura che in troppi vadano al mare?. “La comunicazione istituzionale del Governo attraverso un messaggio sms è stata motivata dalla necessità di informare gli elettori che per la prima volta in assoluto è possibile votare anche nel pomeriggio di sabato”, afferma una nota di Palazzo Chigi. “La tempestiva informazione – continua la nota – eviterà che si possano verificare problemi di ordine pubblico in caso di concentrazione di troppi elettori nei seggi elettorali nella giornata di domenica”. “Si ricorda – conclude – che nelle consultazioni elettorali politiche del 13 maggio 2001, in cui si votò solo nella giornata di domenica, si verificò anche per questa ragione una situazione di grave disordine a seguito della quale le operazioni di voto si completarono in alcune sezioni solo alle 5 della mattina di Lunedì”. Insomma, lo fanno per farci votare meglio e prima, per essere più efficenti loro e fare un favore a noi. L’opposizione non la pensa così. Sentiamola. “Se Berlusconi non avesse paura non vi scriverebbe sul vostro telefono cellulare”: così Massimo D’Alema parlando a Napoli alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale della Lista unitaria ha commentato la notizia della diffusione di messaggi telefonici da parte della presidenza del Consiglio che esortano gli elettori ad andare a votare il 12 e 13 giugno. L’ironia del presidente dei Ds per le ultime uscite del presidente del Consiglio si è poi rivolta alla vicenda della liberazione degli ostaggi italiani in Iraq. “Berlusconi ha paura – ha detto D’Alema – altrimenti non si sarebbe travestito da comandante della Delta force per apparire il salvatore della patria alla guida di un commando con Bonaiuti e Bondi per trasformare la liberazione degli ostaggi in propaganda di partito”. E gli italiani, la gente comune, come ha reagito? Molti mandando dei contro-sms (“Tutti a votare domenica e poi a fare la festa al nano lunedì…”) altri così. C’è chi chiama i call center semplicemente per protestare, chi per avanzare tesi complottiste su presunti “prestiti delle banche dati telefoniche telefoniche a Palazzo Chigi, così loro hanno potuto mandare gli sms a tutti”. C’è chi prende la palla al balzo per occupare le linee per quarantacinque minuti con improperi contro Berlusconi. E c’è chi prova a rispondere con un sms che dice “vado al mare” e poi lo comunica a voce agli operatori. Ma c’è anche chi chiama per rigraziare dell’informazione che questo fine settimana si vota, perché loro “non lo sapevano”. Eppure, a parte questi casi stravaganti, mentre la bufera sul sms della Presidenza del Consiglio agita l’agone politico, nelle sedi dei diretti interessati, ovvero nei call center delle aziende di telefonia mobile, “è tutto abbastanza tranquillo”. Le chiamate, spiegano praticamente all’unisono, sono “molte meno rispetto a quello che ci aspettavamo”, e si tratta soprattutto di “richieste di chiarimento”. La situazione, spiega uno di loro, “è tranquilla”, poiché “è lampante che non siamo noi i responsabili, visto che il decreto del ministero dell’Interno che ci ha imposto di mandare gli sms è venuto a conoscenza di tutti, e fa capire bene che non potevamo fare altro”. Insomma, conclude, “tanto rumore per nulla” E nei call center? “Ce li hanno mandati pure a noi”, spiega, un po’ divertito, un operatore. E conferma che “le telefonate non sono moltissime, la maggior parte delle persone chiede spiegazioni. Alcuni, un po’ più stravaganti, ci chiedono se abbiamo fornito le nostre banche dati a Palazzo Chigi…”. Un altro ammette che “alcuni ne approfittano per attaccare delle filippiche sulle malefatte del governo Berlusconi o semplicemente contro Berlusconi”. Un terzo non usa giri di parole: “non mi capacito, non capisco, è roba da dittatura…?”.


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