Volontariato

Messa al bando delle cluster bomb, i grandi del mondo tirano il freno

La conferenza di Dublino a rischio fallimento

di Redazione

Dalla conferenza internazionale sulle Cluster Munitions iniziata ieri a Dublino, con l’obiettivo di raggiungere un accordo sulla messa al bando delle bombe a grappolo, arrivano segnali tutt’altro che rassicuranti.
L’accordo sull’intesa che imponga ?il divieto di uso, produzione, trasferimento e stoccaggio degli ordigni a grappolo?, stabilito lo scorso anno al processo di Oslo (sostenuto, tra l’altro, da 50 ong e 46 Paesi, tra cui l’Italia) e del quale la Conferenza di Dublino dovrebbe essere l’ultima e fondamentale tappa, incontra evidenti elementi di inciampo. Come riferisce oggi il quotidiano La Stampa. Il più evidente: l’assenza di produttori cruciali come Stati Uniti, Cina, Russia e la mancanza di una posizione unica da parte dell’Unione Europea. La Gran Bretagna rema al ribasso, puntando ad esonerare dalla messa al bando le bombe M85 e M73 (le cosiddette bombe intelligenti); nella stessa direzione l’unica possibilità di apertura proveniente dalla Casa Bianca.
Ostacoli che rischiano di far cadere nel vuoto gli importanti appelli del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon e di Benedetto XVI. Ostacoli che inevitabilmente ?significherebbero nuove vittime innocenti?, come afferma Grethe Ostern, capo della ong Cluster Munition Coalition.


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