Denunce

Mercantili vetusti, mari a rischio inquinamento

Dopo il recente incidente di Marina di Massa dove un cargo cipriota si è andato ad arenare danneggiano lo storico pontile turistico, il Wwf rinnova l'appello a vigilare sui traffici marittimi

di Barbara Marini

Marina di Massa, con alle spalle le Apuane, più che per i suoi stabilimenti balneari in stile Liberty, è oggi alle cronache per l’incagliamento della nave cargo, battente bandiera cipriota, Guang Rong, che una volta uscita fuori rotta per le condizioni metereologiche si è diretta verso la costa, finché ha urtato con la poppa il pontile simbolo della città, distruggendolo in parte. A bordo i 13 membri dell’equipaggio, tutti tratti in salvo mentre sono già state attivate le procedure per l’accertamento delle responsabilità.

L’incidente ripropone il problema del traffico marittimo: oltre il 15% delle attività via mare, si concentrano nel Mediterraneo, uno scrigno di biodiversità sempre più maltrattato.

Wwf, alla luce del grave timore di sversamento di carburante e delle catastrofiche eventuali conseguenze, riafferma con forza la necessità di proteggere la biodiversità del nostro mare, in un momento in cui il traffico marittimo e gli eventi climatici sempre più intensi crescono, entrambi, a dismisura, segnalando che «la nave, secondo alcune fonti di stampa, era stata già fermata  nel 2023 dalla Guardia Costiera di Genova per gravi deficienze in violazione delle normative internazionali in materia di salvaguardia della vita umana in mare, protezione dell’ambiente marino e sicurezza della navigazione». Le domande sulle carenze e su eventuali responsabilità sono dunque molte.

Foto Ufficio stampa Guardia Costiera/LaPresse

Chi paga le spese

Turismo e pesca, in caso di disastro ambientale pagherebbero conseguenze già viste a largo delle nostre coste con «impatti combinati si possono tradurre in danni economici ingenti, con ripercussioni dirette su imprese, lavoratori e intere comunità che dipendono dalle risorse marine per la loro sussistenza».

C’è caos nel Mediterraneo

Il Mediterraneo da sempre è uno snodo incredibile, infatti, sebbene copra appena l’1% degli oceani globali, risulta essere uno dei mari più trafficati al mondo. I dati che Wwf riporta ci dicono che «la presenza di navi è aumentata significativamente negli ultimi decenni, raggiungendo circa il 15% dell’attività marittima mondiale e il 20% del commercio marittimo globale, con circa 200.000 navi che attraversano le sue acque ogni anno. L’aumento del traffico marittimo unito all’aggravarsi delle condizioni climatiche comporta un rischio crescente di incidenti, come le collisioni tra le navi e i grandi mammiferi marini».

Le richieste di Wwf

Alla luce di questi elementi, e dell’ultimo incidente di Marina di Massa, Wwf reclama cinque azioni inderogabili come l’eliminazione delle navi obsolete: attuando il ritiro delle petroliere prive di doppio scafo e costruite prima del 1982 da tutti i porti italiani, fissando una durata massima di attività per le navi che trasportano sostanze pericolose a 23 anni dal varo. 

Il Fondo per l’ambiente proponte poi la regolamentazione della navigazione nelle aree sensibili: implementando zone off-limits e regole più severe per la navigazione nelle aree marine protette, come il Santuario dei Cetacei.

Si tratta poi di costruire il miglioramento delle tecnologie di prevenzione e risposta: attraverso l’adozione di tecnologie avanzate per la prevenzione degli incidenti e la gestione degli sversamenti.

Last but not least: la promozione della decarbonizzazione del trasporto marittimo: collaborando con armatori e compagnie di trasporto al dine di ridurre le emissioni del settore, attraverso l’adozione di carburanti a basse emissioni e l’implementazione di misure incentivanti.Infine, chi inquina deve pagare: oggi questo può avvenire sia attraverso alcune previsioni normative contenute nel Testo unico ambientale (D.lgs. n. 152/2006) sia grazie alla legge n. 68/2015 sugli ecoreati che prevede tra i nuovi delitti anche l’inquinamento e il disastro ambientale.

La foto in apertura è tratta dal profilo Facebook del presidente di Regione Toscana, Eugenio Giani, tra i primi a recarsi sul luogo della collisione.

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