Welfare
Mense coop in carcere, il direttore di Bollate: Non perderemo la qualità raggiunta
"Se per motivi di natura amministrativa generale la mensa non sarà gestita dalle cooperative sociali, punteremo a salvare le attività a latere. In primis, nel nostro caso, il catering di altissimo livello promosso dalla coop Abc La sapienza in tavola", indica Massimo Parisi
"Se dal 1 febbraio 2015 il vitto nel carcere sarà distribuito dai detenuti a mercede e non più tramite il servizio della cooperativa sociale, dovremo trovare un rimedio per salvare l'ottima qualità raggiunta e tutte le virtuose attività a latere ". Massimo Parisi, direttore della Casa di reclusione di Bollate, una di quelle più allavanguardia nel panorama nazionale in quanto a percorsi di reinserimento sociale dei detenuti, si dice "preoccupato" da quella che sembra essere una prospettiva sempre più concreta: dopo 11 anni, nelle dieci carceri italiani in cui i pasti venivano preparati da reclusi alle dipendenze di altrettante cooperative sociali (a Bollate, in particolare, la coop Abc La sapienza in tavola) si tornerà a fare come nelle altre 195, ovvero i cuochi torneranno a essere persone sempre detenute ma pagati direttamente dal Dap, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con il sistema delle mercedi, i lavori basilari inframurari. Questo perche il finanziamento annuale della Cassa ammende, che ha garantito le esperienze in atto negli ultimi anni, non sarà rinnovato nel 2015: "è necessaria una progettualità strutturale, non si può più parlare di sperimentazione", la motivazione del ministro della Giustizia.
Il 31 gennaio scade la proroga di 15 giorni concessa alle coop e agli Istituti di pena e il "piano strutturale" sembra lontano dal trovare un riscontro immediato: "c'è la speranza che avvenga presto, nel frattempo noi dobbiamo capire come mantenere tutte le altre attività oltre al vitto, per esempio, nel nostro caso, il catering di altissimi livello garantiti dalla Abc", spiega il direttore di Bollate, "in questo senso, stiamo già studiando soluzioni con la stessa cooperativa". Parisi, assieme agli altri nove direttori coinvolti, aveva inviato una lettera al Dap sottolineando i risultati positivi del servizio mensa della cooperazione sociale, che ora rischiano di essere vanificati o quantomeno ridimensionati per "motivi di natura amministrativa".
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