Welfare

Mense carcere, il capo del Dap incontra le cooperative il 21 gennaio

Santi Consolo riceve martedì prossimo le dieci coop sociali che da domani 15 gennaio non potranno più far servire ai propri detenuti dipendenti il pasto in altrettanti istituti di pena italiani. Patriarca, deputato Pd e presidente del Cnv: "È un primo segnale positivo, mi auguro arrivi presto un accordo".

di Daniele Biella

Santi Consolo, nuovo capo del Dap, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, incontrerà il 21 gennaio le cooperative coinvolte nella questione mense carcerarie (da domani 15 gennaio, in dieci carceri d'Italia il pasto non sarà più fornito dai detenuti dipendenti delle coop a causa dello stop dei fondi governativi, nonostante i dieci anni di ottima sperimentazione): "è un primo segnale positivo. Consolo ha ribadito la volontà di proseguire il rapporto con le cooperative, mi auguro che nei prossimi giorni l'amministrazione penitenziaria riesca a trovare un accordo. Perché investire sulle misura alternative alla pena, sull'accoglienza esterna e sull'inserimento lavorativo conviene a tutti. Sia socialmente sia economicamente", dichiara Edoardo Patriarca, presidente del Cnv, Centro nazionale per il volontariato, e deputato del Pd, in rappresentanza del gruppo di associazioni 'La certezza del recupero'.

"I vantaggi di questo servizio, ormai prossimo allo stop, sono evidenti", aggiunge il presidente del Cnv, "affidare le mense alle cooperative non migliora solo la qualità del vitto, ma anche la vita stessa dei detenuti. Il lavoro permette loro di riacquistare la consapevolezza di sé. Ma non è tutto: in questo modo si abbattono sia i costi sia la recidiva, che passa in media dall'80 al 7 per cento".


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