Welfare
Mense addio. Alle 19 la consegna delle chiavi
Verranno restituite dalla cooperative che hanno gestito il servizio all’amministrazione carceraria. Ecco la ricostruzione dei 15 giorni che hanno portato alla fine di una delle best pracitce del sistema italiano
30 dicembre 2014, Roma, storica sala riunioni di via Arenula dedicata a Rosario Livatino, un magistrato assassinato il 21 settembre del 1990 alla giovane età di 38 anni, che in uno dei suoi appunti conservati scriveva: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». È proprio in questa sala che avviene l’incontro con le 10 cooperative ed i Garanti Regionali delle persone private della libertà. Il Ministro si è presentato con il capo di gabinetto Giovanni Melillo (che arriva dal suo ultimo incarico di procuratore aggiunto a Napoli) e il neo insediato (20 dicembre) Capo del Dap Santi Consolo (che lascia l'incarico di procuratore a Caltanisetta).
Il ministro è lo stesso che il 16 settembre aveva annunciato gli stati generali del sistema penitenziario italiano senza però dar seguito ad nessuna audizione dei soggetti coinvolti. Ora l'ultima novità è quella che andrà a presentare a Papa Francesco le sue proposte. Certo sarebbe stato utile che sul da fare chiedesse ai suoi “generali” (provveditori, direttori e commissari) per capire meglio come vanno le cose, che giudizio hanno delle situazioni, che cosa vedono utile, come risolvere i problemi. Invece le convocazioni sono state fatte solo dire loro che cosa fare. Anche il nuovo capo del Dap sembra essere in perfetta linea con lo stile del Ministro. E così, come succede quando si paga la pensione ad una persona deceduta, arriva dal nuovo capo del Dap la convocazione a Roma delle 10 cooperative per il 21 gennaio, dopo che il 15, cioè oggi (alle 19 la "consegna delle chiavi" delle mense all'amministrazione penitenziaria in tutte e dieci le carceri coinvolte), dello stesso mese è stato celebrato il funerale, I conti tornano.
Ecco che l'Italia si conferma in questi ultimi anni il Paese dai due primati, quello di essere storicamente dei grandi inventori, scopritori, innovatori nei più disparati settori, e quello dei grandi distruttori. Allora un giorno qualcuno dovrà spiegare alla società perché dopo una lunga sperimentazione (1-5-12-20 anni che sia) bisogna chiudere tutto, buttare via tutto, sopratutto se i risultati sono stati positivi. Studi per anni un vaccino e quando lo scopri lo butti via? Anche per la ricerca stessa è più forte la soddisfazione del risultato piuttosto di nasconderlo per farsi continuare a rifinanziare la sperimentazione o semplicemente per non cambiare niente.
Il mondo carcerario per questo si aspetta che il ministro Orlando, convochi gli stati generali, prima di presentare a Papa Francesco le sue idee. L’appello andato a vuoto già ad aprile 2014 e la lettera dei dieci direttori delle carceri di luglio 2014 costituiscono un punto di partenza molto utile per mettere a punto le proposte. Tra l’altro c’è molta materia di cui discutere. Le agevolazioni al lavoro previste dalla Smuraglia, una volta riservate in modo particolare alle fasce svantaggiate (art.4 della L. 381/91 e successive modificazioni con in primis le indicazioni europee) ora con la crisi del lavoro sono spesso estese anche alle persone non svantaggiate. Speriamo che i fondi necessari non vengono presi a queste fasce svantaggiate, che a rigor di logica andrebbero in proporzione non solo mantenute ma incrementate.
Un’altra considerazione riguarda i servizi non specifici (pasti, pulizie, lavanderie, etc) i cosidetti servizi alberghieri che nelle varie comunità simili come tipologia al carcere (ospedali, case di riposo, università, scuole) vengono affidati a terzi. In Italia sono rimaste a funzionare così solo nelle carceri. Ai medici dell'ospedale, ai docenti universitari interessa essere concentrati su ciò che è a loro specifico e non mettersi a gestire pasti, pulizie e lavanderie. Anche se in tutti i casi a gestirle mettevano cuochi professionisti e non detenuti sorvegliati dagli agenti.
Viene proprio da dire che siamo fuori dal tempo, qualcuno da decenni ha bloccato il calendario.
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