Volontariato
Meno soldi alle armi, di più all’umanitario
«Il Libano deve essere lo spunto per invertire il trend. Siamo allo 0.12%. E la missione Onu non deve costarci somme aggiuntive». Parla il sottosegretario Patrizia Sentinelli
di Paolo Manzo
«Il 31 agosto mi recherò a Stoccolma per la conferenza dei donatori sul Libano, ma il 25 agosto incontro quelle organizzazioni che sono già state a Beirut una settimana fa e che, al loro rientro, hanno fatto sapere di volere incontrare il governo italiano. Mio obiettivo è che il tavolo sul Libano continui in modo permanente, sistematico e allargato a tutti i soggetti della società civile». Così Patrizia Sentinelli, che rappresenterà il governo italiano in quello che, per Beirut, è il primo passo verso un lento ritorno alla normalità, dopo oltre un mese passato sotto le bombe israeliane che hanno distrutto 30mila abitazioni, 80 ponti e 94 strade, provocato danni economici stimati attorno ai 3,6 miliardi di dollari. Per fare il punto sull?appuntamento svedese, Vita ha intervistato la vice ministra degli Esteri che, per la cooperazione internazionale, ha la delega.
Vita: Su Stoccolma l?Italia ha un obiettivo su quanto la comunità internazionale dovrebbe promettere e, soprattutto, versare?
Patrizia Sentinelli: Il governo sta ragionando proprio in questi giorni sul quantum finanziario necessario, che certamente non potrà essere né piccolo né banale. Martedì 22 agosto sono partiti per Beirut il direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo, Alain Giorgio Maria Economides e il direttore generale per i paesi del Mediterraneo e per il Medio Oriente, Riccardo Sessa, proprio allo scopo di fare il punto a livello Farnesina sul livello delle richieste libanesi. Una missione che ci darà elementi aggiuntivi per arrivare a Stoccolma più preparati. Di certo Roma dovrà intervenire in modo sostanzioso e con un intervento legislativo ad hoc per individuare nuove risorse.
Vita: Forse il Libano potrebbe essere l?occasione per invertire, finalmente, il trend negativo della cooperazione italiana, in calo negli ultimi anni?
Sentinelli: Questo elemento tengo molto a precisarlo a voi di Vita, che state facendo una saggia, lucida e interessante campagna a favore della ricostruzione in Libano: il governo italiano deve impegnarsi nella prossima finanziaria ad aumentare i livelli di finanziamenti complessivi per la cooperazione. Per battere la povertà, le pandemie, la discriminazione, la disuguaglianza e le distruzioni ambientali, del resto, servono fondi consistenti, mentre l?Italia è ancora allo 0,12% nel rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e Pil, quando l?obiettivo pattuito con l?Onu è dello 0,7%… L?impresa è molto complessa ma dev?essere portata a compimento.
Vita: In questi giorni si è molto parlato della missione militare di interposizione, sotto mandato dell?Onu, dell?eventuale guida italiana e dei relativi costi. Qual è il suo giudizio?
Sentinelli: Da questo punto di vista penso, e lo dico con molta chiarezza, che la missione delle Nazioni Unite non debba costare somme aggiuntive all?Italia, perché non possiamo permetterci che incrementino le spese militari del nostro Paese. È una mia opinione, ma voglio che sia chiara. L?Italia ha fatto una scelta, che dovrà essere confermata nei prossimi giorni, di impegno forte e convinto a sostegno della missione Onu per una forza di interposizione ?non belligerante?. Non è attraverso gli strumenti militari che si esporta nel mondo la democrazia e sappiamo bene che le guerre non portano a livelli più elevati di riconciliazione, anzi… Per questo non dobbiamo pensare a una missione che disarmi gli Hezbollah, come viene detto da alcune parti: noi dobbiamo contribuire a una forza internazionale che crei le condizioni di una riconciliazione, affinché la tregua si trasformi in una pace duratura.
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