Non profit
Meno sgravi fiscali sulle donazioni, fine di un modello?
Il non profit britannico, già colpito da miliardi di tagli, rischia di perdere il sostegno dei grandi donatori
E’ rivolta nel terzo settore britannico contro la proposta del premier David Cameron di introdurre un limite alla possibilità di sgravi fiscali per chi dona al non profit. La proposta è stata annunciata la scorsa settimana da Cameron nel corso della presentazione del Budget pluriennale dello Stato, che già ha comportato tagli al terzo settore per circa 3 miliardi di sterline. Ora arriva anche la “mazzata” del regime fiscale meno agevolato, una svolta storica per la Gran Bretagna, da sempre considerata – insieme agli Stati Uniti – il paradiso dei filantropi proprio a causa dei notevoli vantaggi fiscali riservati ai donatori.
Cameron ha deciso di cambiare musica, introducendo un “cap” (tetto) oltre il quale gli sgravi non hanno più effetto: in pratica, i donatori avrebbero diritto ai vantaggi per donazioni fino a 50mila sterline o fino a un quarto del loro reddito. Oltre, niente più convenienza fiscale. “Il limite è equo e giusto”, ha detto il premier inglese. “So che le associazioni sono preoccupate, ma prometto che lavoreremo nei prossimi mesi per minimizzare i danni, soprattutto per le charities che ricevono le donazioni più cospicue”.
La reazione del non profit non si è fatta attendere. Il National Council for Voluntary Organisations (una specie di Forum del terzo settore britannico) e Acevo (l’associazione dei presidenti delle organizzazioni non profit britanniche) hanno lanciato la campagna “Give it back George” (restituiscelo, George) diretta al ministro del Tesoro George Osborne, responsabile della riforma fiscale e suo ideatore. Spiegano dalla campagna: “Nel 2011 nel Regno Unito sono stati donati oltre 11 miliardi di sterline; quasi la metà di questa cifra proveniva dal 7% dei donatori. Il che significa che il settore non profit deve molto a pochi, grandi filantropi. Proprio quelli che verrebbero pesantemente colpiti dal nuovo tetto agli sgravi fiscali”. In una sola settimana, il sito della campagna ha raccolto oltre 1300 adesioni da sigle non profit, ma anche di associazioni di fundraiser e società di investimento private.
E poco prima di Pasqua oltre 70 organizzazioni hanno firmato la petizione portata avanti dal Centre for Social Justice, il think-tank fondato dall’ex leader conservatore nonché ministro del Lavoro Ian Duncan-Smith, secondo il quale la riforma “minaccia la Big Society”.
Osborne, dal canto suo, difende la proposta, che mira a impedire “ai ricchi di approfittare dei vantaggi legati alle donazioni per pagare meno tasse”. “Gli sgravi hanno ragione di essere”, ha detto il ministro, “ma non è giusto che i ricchi ne godano senza limiti per avvicinarsi sempre più alla soglia tasse-zero”.
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