Economia

Menetti: per l’impresa sociale è arrivato il momento per una legge

La presidente di Legacoopsociali ne ha parlato a margine dell’incontro organizzato questo pomeriggio a Roma dall’Alleanza delle cooperative sociali

di Francesco Agresti

«Una misura che semplifichi la vita delle imprese e corregga le storture del decreto legislativo 155/2006 che ne hanno decretato il fallimento. Il clima nei confronti dell’impresa sociale è cambiato. Se non ora quando?» 

A chiederselo è Paola Menetti presidente di Legacoopsociali a margine dell’incontro organizzato questo pomeriggio a Roma dall’Alleanza delle cooperative sociali proprio sulla riforma della legge sull’impresa sociale. 

L’attenzione verso l’impresa sociale ha conosciuto in questi anni alti e bassi, oggi invece…

«Dopo anni di disinteresse oggi finalmente se ne riconosce la strategicità. I tempi sono maturi per un intervento che dia, anche dal punto di vista normativo, nuovo slancio a quella che è destinata a diventare un asse portante dello sviluppo economico e sociale del nostro Paese: la gestione in forma imprenditoriale dei beni comuni». 

Come spiega questa attenzione anche da ambienti che fino a qualche anno fa guardavano all’imprenditoria sociale con diffidenza?

«Il rinnovato interesse verso temi che per anni sono stati sostenuti solo dalla cooperazione sociale va salutato con favore. Certo, non sempre le intenzioni sono nobilissime, ma fatti, i dovuti distinguo, è tempo di affrontare nel merito le questioni che in questi sette anni hanno frenato la nascita di imprese sociali così come previste dalla legge 155/2006».

Basterà una nuovo legge?

No, ma senza sarebbe ancora più difficile. Quello di cui in realtà c’è bisogno è un disegno organico capace di creare un contesto che favorisca lo sviluppo dell’imprenditoria sociale. Il welfare, la cultura, l’ambiente, solo per citarne alcuni, sono luoghi in cui è possibile fare impresa. Il punto è come. Noi pensiamo che debba essere fatta sull’esempio di quello che la cooperazione sociale è riuscita a fare in questi anni: con forme partecipate che coinvolgano gli utenti nell’individuazione dei bisogni e nella costruzione di risposte in grado di soddisfarle.

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