Mese mondiale Alzheimer

Meloni e Schillaci, la demenza sia sul tavolo del prossimo G7 Salute

Nessuna diagnosi per 75% dei casi di demenza. Urgono azioni di contrasto ai fattori di rischio modificabili e riduzione delle enormi disomogeneità territoriali nell'accesso ai servizi. Federazione Alzheimer rivolge un appello al Governo

di Nicla Panciera

Le stime non lasciano spazio a interpretazioni: in 25 anni, le persone con demenza aumenteranno del 55% arrivando entro il 2025 a quota 2.300.000. A convivere con la demenza sono oggi infatti 1.480.000 italiani, ciononostante è necessario agire per aumentare la consapevolezza sulla malattia e combattere lo stigma che ancora è un ostacolo alla diagnosi, al trattamento, alla cura e al supporto necessari. A dirlo è Federazione Alzheimer Italia che si fa portavoce nel nostro Paese dell’appello che l’Alzheimer’s Disease International Adi lancia a governi, comunità e singoli individui: non è più accettabile attendere, come recita lo slogan di quest’anno «è tempo di agire» (Time to act on dementia, Time to act on Alzheimer’s).

La demenza è la settima causa di morte a livello globale: ogni tre secondi una persona sviluppa una forma di demenza. In tutto il mondo si stima che ci siano oltre 55 milioni di persone che vivono con questa condizione, che si prevede diventino 78 milioni tra cinque anni e 139 milioni entro il 2050. Attualmente il costo annuale stimato della demenza è di 1,3 trilioni di dollari, ma si prevede raggiunga i 2,8 trilioni di dollari nel 2030.

Le priorità

«Davanti a questi numeri non si può restare indifferenti. La demenza è una priorità mondiale di salute pubblica, come riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità» afferma Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer «È urgente agire e tutti dobbiamo prenderne consapevolezza. In primis i governi e le istituzioni, che devono prendere al più presto misure per combattere i fattori di rischio e garantire a tutte le persone con demenza pari diritti e opportunità di accedere a servizi di assistenza e supporto post diagnostico; ma anche i singoli cittadini, perché ognuno di noi può fare la sua parte per combattere lo stigma e contribuire così a migliorare la qualità di vita delle persone con demenza e delle loro famiglie».

L’85% non ha un supporto post-diagnostico


Secondo il recente aggiornamento della Lancet Commission, che ha aggiunto due nuovi fattori di rischio modificabili allo sviluppo della demenza, passano quindi dal 40 al 45% del totale i casi di demenza previsti a livello globale entro il 2050 che potrebbero essere ritardati o addirittura evitati intervenendo su questi 14 fattori. Bassi livelli di consapevolezza, disinformazione e discriminazione ostacolano infatti gli sforzi per combattere la demenza. «Molte persone ignorano i segnali di allarme» afferma Paola Barbarino, amministratore delegato di Adi. «Il 75% di coloro che convivono con una demenza lo fa senza diagnosi. Con una diagnosi tempestiva le persone possono accedere al supporto post-diagnostico necessario per consentire loro di vivere bene e in modo indipendente il più a lungo possibile. Ma anche su questo c’è ancora molto da fare: l’85% delle persone con demenza, compresi i casi non diagnosticati, non riceve alcun supporto post-diagnostico. In questo XIII Mese Mondiale Alzheimer lo diciamo forte e chiaro è tempo di agire sulla demenza. Ogni momento conta».

L’appello al governo

Dei 194 Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si sono impegnati a farlo nel 2017, ben 155 non hanno ancora un Piano Nazionale Demenze. Dei 39 Piani attualmente implementati, molti mancano di strategie complete per combattere lo stigma e sostenere concretamente le persone con demenza e le loro famiglie. «I governi hanno un ruolo cruciale da svolgere, ma il tempo sta scivolando via» dichiara Katia Pinto «Il prossimo 8 ottobre si terrà ad Ancona il G7 della Salute presieduto dall’Italia. Rivolgiamo quindi un appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro della Salute Orazio Schillaci perché portino sul tavolo il tema della demenza e sottolineino l’urgenza di interventi concreti. Serve una strategia globale per combattere la demenza e serve ora: l’Italia si faccia portavoce dei diritti delle persone con demenza e delle loro famiglie per cambiare il futuro di questa condizione».

Le iniziative

In occasione del Mese mondiale Alzheimer, le numerose iniziative di sensibilizzazione e informazione della Federazione Alzheimer Italia e delle sue associazioni affiliate sono disponibili su dementiafriendly.it/mese-mondiale-alzheimer. In particolare, venerdì 20 settembre, dalle 9.30 alle 17.30 si terrà a Imola presso Palazzo Sersanti il convegno pubblico «Costruire insieme una società a misura di persona con demenza. Esperienze di realtà inclusive in Italia» organizzato dalla Federazione in collaborazione con Alzheimer Imola ODV e l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Imola, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e il patrocinio del Comune di Imola. Protagoniste dell’incontro saranno realtà che in tutta Italia avviano progetti mirati a far sentire le persone con demenza e le loro famiglie sempre accolte, ascoltate e coinvolte attivamente: paesi, scuole, negozi, ospedali, musei e servizi che hanno scelto di diventare realtà “Amiche delle Persone con Demenza”. Tra queste le Comunità Amiche di Imola, Muggia e Bari, l’Ospedale di Baggiovara, i Musei Toscani per l’Alzheimer.

L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria: info@alzheimer.it; 02 809767. Gli operatori interessati a ottenere i crediti ECM devono registrarsi tramite i link dedicati: portale-gru.progetto-sole.it/exec per i dipendenti delle
aziende USL dell’Emilia-Romagna; portale-ext-gru.progetto-sole.it per tutti gli altri.

Foto di Danie Franco su Unsplash

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