Le università online fanno flop. E in modo decisamente clamoroso, anche se sono gli atenei più prestigiosi del mondo: basti pensare che ben il 95% degli iscritti ai corsi sul web (gratuiti, oltretutto) di Harvard, Berkeley e Mit molla prima di arrivare a qualsiasi diploma.
E pensare che le tre famose università avevano unito le forze, creando nel 2012 la piattaforma educativa
EdXprogram, costata 60 milioni di dollari (!) e pensata proprio per chi volesse guadagnare una qualifica a distanza. A disposizione c’erano 17 corsi, e le cifre iniziali facevano sperare in un vero boom: ben 841mila gli iscritti, spesso a più di un indirizzo contemporaneamente. D’altra parte, chi non vorrebbe esporre in bacheca un Certificate of Achievement preso a Harvard?
Eppure, solo 43mila corsisti hanno terminato gli studi online. Non solo: nel 55% dei casi gli studenti si sono stancati quasi subito (avendo cioè visionato meno della metà delle lezioni) e addirittura quasi un terzo di loro non si è mai collegato alle aule virtuali; poco meno del 50%, in ogni caso, aveva già abbandonato dopo due settimane di “frequenza”, mentre un altro 4,2% non ha affrontato i test finali per ottenere la certificazione pur avendo assistito a più della metà delle lezioni. E visto che non si può certo accusare i docenti di queste università di incompetenza o scarsa serietà, le ragioni vanno cercate altrove.
Ci ha provato Bloomberg intervistando un paio di professori e avanzando ipotesi, una delle quali punta il dito contro i troppi “curiosi” (persone che avevano solo “fatto un giro”, tanto per vedere come funzionava la cosa, visto che oltretutto è gratis). Ora Harvard ha lanciato un’indagine tra i nuovi iscritti per sondare quali sono le reali motivazioni che li hanno spinti a registrarsi, per cercare di capirci qualcosa in più.
Ma ora è l’intero sistema di università online che viene messo in discussione, soprattutto perché la maggior parte degli atenei virtuali non è affatto gratuito, ma anzi costa migliaia di dollari agli aspiranti dottori. Quanti di loro avranno buttato via tempo e soldi?
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.